Aspetti della trascendenza nella tossicodipendenza
Chemsex, Misteri e Alchimia: una prospettiva archetipica
In una comunità atomizzata il fenomeno del Chemsex (chemical sex) può essere letto come tentativo enantiodromico collettivo di ristabilire la dimensione della relazione e aprire l’accesso al processo di trasformazione della personalità.
Tuttavia, riprendendo l’intuizione di Luigi Zoja, questo rituale di iniziazione mancato si rivela essenzialmente anti individuativo, poiché getta l’individuo in una dimensione spersonaliz-zante in cui gli opposti sono dissolti tra loro e, non conduce verso un processo di rinascita.
L’aspetto mortifero di tale rituale si allontana dalla queste, dalla Ricerca della vera relazione psicologica e dalla creazione della pietra (vas, Graal). Il vaso della trasformazione è inconsciamente inteso in senso concretistico e letterale – come dimostra ad esempio l’immagine riportata spesso dai pazienti che associa espressamente la ‘bottiglia’, utilizzata nelle sessioni di Chemsex per assumere il crack, al Santo Graal o all’elixir vitae.
Da tale prospettiva, la coniunctio psicologica risulta compro-messa e la trasformazione della personalità perduta.
Appare dunque essenziale una chiave di lettura archetipica che possa chiarificare il senso del suddetto movimento enantiodromico, al fine di slegare l’individuo dal diabolico ripetersi dell’uguale e condurlo verso un vero processo individuativo, creativo, in grado poi di fondare una comunità realmente etica (E. Neumann).