“Mi sono vaccinata con la prima dose e non vedo l’ora che arrivi il giorno della seconda. Appena abbiamo potuto, noi giovani siamo corsi a vaccinarci. Il Covid ci ha rubato la giovinezza, gli abbracci e la socialità. Adesso non vediamo l’ora di ritornare alla normalità”. Halima ha appena
compiuto 16 anni, frequenta il liceo ‘D’Oria’ di Genova e fa parte del 49.53% dei giovani tra i 12 e i 19 anni che ha scelto di aderire alla campagna vaccinale. Ad oggi quasi il 30% dei giovani, secondo i dati del governo, è completamente immunizzato (il 28.16%), mentre circa il 20% ha ricevuto solo una dose. Giuseppe, 17 anni, studente del liceo ‘Galilei’ di Catania, ha già avuto entrambe le dosi, come la maggior parte dei suoi
compagni di classe. “D’altronde facciamo lo scientifico- commenta all’agenzia di stampa Dire- non possiamo non credere nella scienza”. I giovani, quindi, hanno risposto in maniera compatta alla campagna vaccinale. “La risposta da parte degli studenti è stata repentina- osserva Daniele Conti, studente di Roma e membro dell’associazione Rete Studenti Medi- Il vaccino è uno strumento di tutela per gli altri e per noi stessi. Per questo appena è stata aperta la prenotazione alle nostre fasce d’età, abbiamo aderito tutti con entusiasmo, dimostrando grande responsabilità.
Vogliamo tornare a vivere, a frequentare le lezioni in presenza, e solo grazie al vaccino potremmo farlo in sicurezza”.
Non tutti i giovani, però, hanno potuto prendere questa decisione con serenità. Daniele racconta alla Dire che alcuni suoi coetanei sono andati a vaccinarsi anche se i genitori non erano d’accordo. “Conosco 18enni che si sono prenotati sebbene la famiglia gli implorava di non farlo. E immagino che ci siano anche molti minori che non riusciranno a vaccinarsi perché i genitori non sono d’accordo”. Per Tullia, studentessa di 19 anni, le giovani generazioni sono mediamente più informate e sanno orientarsi meglio nella moltitudine di messaggi trasmessi attraverso i social. “I giovani sono sempre stati accusati di essere untori e non rispettare le regole, ma i dati sulla vaccinazione dimostrano altro: la maggior parte di noi si è vaccinata o è intenzionata a farlo”, spiega la ragazza che ha già ricevuto entrambe le dosi di Pfizer.
“Qualche mia amica aveva dei dubbi, ma quando ha visto che quasi tutti i nostri coetanei si sono vaccinati, alla fine si è convinta- aggiunge Halima- bisogna vaccinarsi per ritornare alla normalità e per salvare noi stessi e le persone che ci circondano. Ma anche per riprendere la scuola
in presenza. La Dad ci ha rovinati, ora vogliamo ripartire”. Così i giovani, “anche questa volta, hanno dimostrato una capacità di comprensione e una chiarezza di intenti sulle vaccinazioni molto piu matura rispetto agli adulti- commenta Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva- vogliono vivere la vita in modo autonomo e personale”.
L’aspetto “incredibile riguarda la cosiddetta ribellione dei giovani a favore di una regola sociale e non contro le regole sociali- puntualizza il direttore dell’Istituto di Ortofonologia- come invece fanno tanti adulti, e purtroppo anche alcuni professori, mettendo in discussione la vaccinazione”. È quindi emblematico, secondo lo psicoterapeuta, che siano proprio “i giovani a rivolgersi ad associazioni e tribunali per essere
confortati nel diritto ad usufruire della vaccinazione”. Una situazione che mette in luce due aspetti: “Da un lato una cattiva comunicazione, che ha agitato le acque senza dare una rotta da seguire; dall’altro una resistenza che gli adulti tendono a mostrare per la vaccinazione e che scompare quando i giovani si avvicinano alle sostanze- conclude Castelbianco- che di certo non fanno bene, eppure a volte vengono giustificate”.