Gentile Team
vi scrivo perché sta diventando sempre più critica la convivenza con mia figlia. Questo momento di privazione della libertà di movimento per lei è difficilissimo, ha un passato di disturbi alimentari che le impone di fare quotidianamente movimento all’ aperto per sentirsi “a posto”. Nonostante al momento non sia vietato fare una passeggiata o una corsa in solitaria lei si sente giudicata male dalle persone che incontra (ha già ricevuto commenti da qualcuno alla finestra) e dagli amici che invece accettano più serenamente la situazione di restrizione.
Vive male questa situazione che poi le provoca tensione e le fa passare la fame. Io e mio marito non riusciamo ad aiutarla perché ogni nostra reazione, che sia di comprensione verso il suo disagio piuttosto che di disaccordo sul suo comportamento immaturo verso una situazione di emergenza come questa, le provoca soltanto rabbia. La convivenza diventa sempre più difficile. Vi chiedo, come dovremmo comportarci per poter fare superare questi momenti di crisi a nostra figlia?
Grazie per il vostro aiuto.
Anonima
Cara Anonima,
comprendiamo la frustrazione vissuta in questi giorni difficili. La situazione si complica ulteriormente quando c’è una condizione pregressa, come un disturbo alimentare, che non fa vivere serenamente questo tempo dilatato in una condizione di estrema restrizione.
Inoltre, le vicinanze forzate, in tali circostanze, inevitabilmente generano inasprimenti delle comunicazioni con fraintendimenti o esasperazione dei rapporti.
Il Decreto Di Emergenza Conte giustifica ogni uscita dal domicilio per l’attività sportiva o motoria all’ aperto, in ogni caso, tutti gli spostamenti concessi sono soggetti al divieto generale di assembramento, e quindi dell’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza minima di 1 metro fra le persone.
Ti invitiamo tuttavia a riflettere che per molte persone l’attività fisica è una necessità, non solo a livello di benessere corporeo, ma anche psicologico.
Quello che definisci come “comportamento immaturo” forse è una necessità impellente di gestire una situazione provante per il corpo e per la mente.
Infondo, per chi non è fumatore, uscire per andare a comprare le sigarette non rientra nelle necessità ma se togliamo questa abitudine ad una persona “dipendente” avremo risultati devastanti sulla capacità di tollerare la quarantena.
Il suggerimento è quello di poterne parlare apertamente anche cercando di condividere i sentimenti che derivano dall’obbligo di non muoversi.
Può aiutare sua figlia a trovare online programmi di allenamento assistiti da professionisti o accordare orari di allenamento mattinieri.
Speriamo di averti fornito spunti di riflessione utili.
Un caro saluto!
L’équipe degli esperti