“Chiudere le scuole a livello nazionale comporterebbe un danno economico enorme e mi auguro che quanto sia avvenuto in Campania resti un gesto unico e non ripetibile. Evitare un nuovo lockdown per scongiurare il crack economico e finanziario non deve essere visto in una sola ottica, perché se i bambini restano a casa lo fanno anche i genitori. Pensare poi che questi possano lavorare in smart working avendo i figli tra le mura domestiche è cosa molto opinabile”. A dirlo è Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO).
Sarebbe opportuno adottare per le scuole, secondo lo psicoterapeuta, “lo stesso metro che si utilizza per definire le zone rosse: chiudere dove è presente una situazione di emergenza. Un indice epidemico superiore a 1 o a 2 è ovviamente un grande problema per la diffusione della pandemia- ricorda Castelbianco- però è stato visto che nelle scuole il corpo docenti arriva allo 0,80 e gli studenti allo 0,30”. Come è già stato espresso dal presidente della Società italiana di Pediatria (Sip), Alberto Villani, e da tanti altri esperti, “l’indice di contagiosità e di pericolosità nelle scuole è quindi estremamente basso. Stiamo parlando di bambini e studenti che hanno già sperimentato diversi mesi di scuola a distanza- prosegue Castelbianco- gli abbiamo tolto il compagno di banco, ora gli stiamo procurando una confusione e un’ansia mostruosa sul fatto che possano essere o meno positivi. Così una classe sta a casa o una scuola sta a casa”. Le indicazioni, precisa Castelbianco, devono essere “poche e chiare, ma fondate sull’evidenza e non sulle ipotesi. La scuola è anche un luogo di apprendimento di esperienze e relazioni- sottolinea lo psicoterapeuta- dà la possibilità di stare con adulti diversi da quelli in famiglia, docenti che li ascoltano. Chiudere le scuole significa creare un danno alla gioventù di adesso che pagheremo per anni. È uno degli errori più clamorosi che si possano fare, stanno aumentando i ragazzi in ritiro sociale. Ci auguriamo che il ministro tenga duro- conclude- che mostri le sue motivazioni per tenere aperta la scuola. Parliamone scientificamente ed evitiamo situazioni a macchia di leopardo”.