fbpx
Aut.Decr.Reg.Lazio - Accreditato con il S.S.N (Servizio Sanitario Nazionale) - Associato F.O.A.I. (Federazione degli organismi per l’assistenza delle persone disabili)
UNI EN ISO 9001 EA 38

Ritorno ai banchi di scuola, tra dubbi e incertezze il valore del rientro in presenza dopo la Dad

La psicoterapeuta: Ricostruire una quotidianità per sentirsi al sicuro e affrontare il futuro con minore paura

Si ritorna sui banchi di scuola, o almeno così pare, dopo oltre un anno di Dad, tentativi di ripresa e ancora Dad. Come hanno vissuto i ragazzi questo lungo periodo di stop della scuola, così come la conoscevamo? In che modo affronteranno il rientro in una routine che pare ormai un ricordo lontano? Cosa significherà, per i più piccoli, iniziare a frequentare in presenza, in un periodo così pieno di incertezze e timore? E soprattutto: cosa possono fare gli adulti di riferimento per rendere più semplice questo passaggio? “Gradualmente siamo passati dalla fase della gestione dell’emergenza e dell’adattamento alla fase dell’elaborazione e della consapevolezza”. Parte da qui Laura Sartori, psicoteraeuta dell’età evolutiva dell’IdO, nell’affrontare un tema tanto importante e complesso: “Il bisogno di superamento delle conseguenze della pandemia e di ritorno alla vita di prima vanno affiancati alla necessità di comprendere che servono ancora spiegazioni, continuità, rassicurazioni, diversi livelli di elaborazione compatibili con le diverse età di bambini e ragazzi”.

Per la psicoterapeuta “gli adulti di riferimento, quindi genitori, insegnanti, educatori, allenatori, specialisti non devono dimenticare che l’emergenza sanitaria generata dalla diffusione del Covid-19, come ogni emergenza in generale, ha comportato la rottura di un equilibrio. Questo- sottolinea- ha riattivato bisogni e meccanismi di difesa, tra i quali la necessità di ricostruire una quotidianità per sentirsi al sicuro e affrontare con minor paura un futuro percepito troppo spesso come instabile e difficoltoso”.

In quest’ottica, prosegue Sartori, “la riapertura della scuola ha un ruolo fondamentale: la sveglia che suona, la colazione, lo zaino da preparare e le lezioni da seguire restituiscono un ritmo alla vita degli studenti, ma anche a quella degli adulti. I bambini e i ragazzi hanno così modo di sentire che le loro giornate riacquistano regolarità, punti di riferimento e che, contemporaneamente, anche le possibilità di crescita e individuazione, inevitabilmente legate agli scambi relazionali quotidiani, possono finalmente riprendere a svilupparsi ed evolvere. Sentirsi parte di un gruppo, di una scuola, di una classe, di una squadra, di una realtà condivisa “alimenta un altro bisogno fondamentale, soprattutto in età evolutiva, quello di appartenenza”. Sartori evidenzia, infatti, come “nelle situazioni in cui le scuole hanno saputo organizzarsi in tempi brevi, fin dalla prima chiusura di marzo 2020 e, in particolare, nei casi in cui gli insegnanti hanno saputo tenere vivo negli studenti il legame con la scuola, anche il distanziamento, la mancanza di contatto e la separazione fisica, sono stati vissuti in maniera meno traumatica”.

Altri bisogni fondamentali che restano sempre vivi nei bambini e negli adolescenti sono “il bisogno di ascolto e di comprensione- continua la psicologa- e nei periodi di didattica a distanza questi bisogni sono rimasti spesso inascoltati”. Secondo Sartori, ancora una volta l’esperienza mostra che “quando gli insegnanti sono riusciti a dare un adeguato spazio al confronto e allo scambio emotivo, la DAD è stata vissuta dagli studenti in maniera più serena e persino la parte didattica è stata portata avanti con maggiore produttività”.

“Particolarmente importante- specifica ancora la terapeuta – sarà accompagnare i bambini più piccoli, della scuola dell’infanzia e dei primi anni della primaria, ad ammortizzare gli effetti delle normative anti-Covid sul loro modo di vivere la realtà scolastica, fortemente condizionata proprio nel momento in cui si creano le basi del futuro rapporto con la scuola, con tutto ciò che comporta”.

Anche qui “la condivisione dei vissuti, delle motivazioni che hanno portato alle attuali regole, il dare senso, significato e valore allo sforzo di adattamento richiesto a bambini, genitori e insegnanti, aiuta a far sentire tutti parte di una responsabilità comune e quindi attivi di fronte a quanto accaduto. Questo permette di vivere quanto sta accadendo con minore passività e più consapevolezza”.

Racconta Sartori: “La domanda che mi fanno più spesso i bambini che frequentano la scuola primaria quando chiedo come si sentono in vista della ripresa della scuola è ‘Dobbiamo ancora portare la mascherina?’ Questo- sottolinea la psicoterapeuta- avviene perché, probabilmente, i più piccoli hanno accettato la misura che gli è stata imposta, ma sapendo e sperando che fosse temporanea. Noi adulti abbiamo quindi il dovere di dedicare tempo e attenzione a un’instancabile riflessione condivisa, all’ascolto attivo dei loro dubbi e bisogni fondamentali. Siamo tutti chiamati ad aiutare bambini e adolescenti a comprendere il tempo che stiamo vivendo- conclude Sartori- dobbiamo saper fornire risposte accurate, mostrandoci presenti e saldi anche davanti all’espressione di emozioni forti e contrastanti. Perché, In questa situazione, il ‘saper fare’ e il ‘saper gestire’, devono andare di pari passo col ‘saper ascoltare’ e il ‘saper esprimere’ i bisogni emotivi”.