“In questo momento sociale ci troviamo con una problematica importante della funzione genitoriale, di conseguenza quello che vediamo è un multiforme assortimento di bambini che funzionano in modo diverso a seconda dei propri genitori”. A dichiararlo è Francesco Montecchi, psichiatra, neuropsichiatra e presidente della onlus ‘La Cura del Girasole’, introducendo le tematiche che affronterà nel corso del convegno per i cinquant’anni dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) in programma a Roma dal 15 al 18 aprile 2021. L’intervento dell’esperto si inserirà in una sessione dedicata a ‘La complessità del bambino oggi’. Entrando nel merito, Montecchi sottolinea come “più che parlare della complessità dei bambini è necessario parlare della complessità dei genitori perché ogni bambino si sintonizza sul genitore che si ritrova”. Evidenza di questa realtà sono “ad esempio i bambini che non vengono osservati, che vengono ‘visti’ dai propri genitori con gli occhi del figlio che vorrebbero- sottolinea Montecchi- Questi bambini fanno di tutto per cercare di farsi vedere: o compiacendo quello che un genitore si aspetta da loro oppure, all’ opposto, diventando provocatori, irritabili, iperattivi”. O ancora si può pensare “al valore sintomatico del non andare a scuola nei bambini che hanno la fobia. Questo valore sintomatico è rinforzato dai genitori che hanno la necessità di vedere il proprio figlio con alti livelli di efficienza scolastica e quindi lo pressano e lui si protegge con l’opposizione”. Altre situazioni sottolineate da Montecchi sono quelle relative alle famiglie multiproblematiche. “In queste realtà la complessità del bambino si vede nelle grandi risorse che mette in campo per proteggersi dalla sofferenza. La sua complessità può manifestarsi in diverse modalità: o congelando le emozioni o identificandosi con il genitore violento e aggressivo”, conclude il neuropsichiatra.
Nel convegno avrà ampio spazio il modello operativo portato avanti dall’IdO in ambito clinico. L’Istituto ha in carico circa 800 minori l’anno e ha sempre proposto una tipologia di intervento che tiene conto delle traiettorie di sviluppo di ogni singolo bambino, contrastando i metodi proposti come risolutivi per tutti. “In questo periodo ci vengono segnalati tanti problemi emersi nei bambini. Si passa dalle difficoltà scolastiche a quelle comportamentali, e molto spesso dietro questi comportamenti si cela proprio un grande disagio, un sentimento di rabbia”, dichiara Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’IdO. In questi ultimi 10 anni la rabbia nell’età evolutiva “è diventata estremamente frequente- spiega lo psicologo- questo sentimento porta a comportamenti sbagliati, non idonei che possono scatenare situazioni difficili. La domanda che dobbiamo porci è ‘perché c’è un sentimento di rabbia?’ Con l’emergenza Covid- aggiunge il terapeuta- abbiamo visto che la rabbia è cresciuta in modo fortissimo tra i bambini, gli adolescenti e anche tra gli adulti. Nei più giovani, però, ce n’è veramente tanta e dobbiamo tenere presente questa situazione, perché la rabbia non passa solamente uscendo di casa e trascorrendo qualche ora con gli amici. La rabbia non è un capriccio, è qualcosa che si sta stabilizzando. Registriamo un aumento dei comportamenti aggressivi- ripete Castelbianco- e ciò significa che stiamo sbagliando e che dobbiamo rivedere il nostro modo di operare. Un ragazzo può essere nervoso per un momento o aggressivo, ma si parla di momenti. Invece- conclude il direttore dell’IdO- molti di questi giovani hanno tanta rabbia abbinata a un basso tono dell’umore e le due cose insieme sono veramente esplosive”.
Approfondimenti sul convegno sono consultabili sul sito IdO, nella sezione dedicata: http://www.ortofonologia.it/50-anni-ido/ . Per informazioni scrivere a iscrizioneconvegno@ortofonologia.it