Qual è l’immaginario di cui si nutrono i ragazzi e, tra loro, quelli che si trovano in ritiro sociale? E’ una delle domande da cui nasce l’idea del Venerdì culturale ‘Goldrake meets Jung’ organizzato dalla Fondazione MITE in collaborazione con l’Istituto di Ortofonologia (IdO). “L’idea è maturata da un gruppo di studio teorico-clinico in cui ci occupiamo di hikikomori- spiega Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie IdO- ce ne occupiamo ad ampio spettro, sia negli aspetti clinici, conducendo gruppi con i genitori, sia in molti aspetti culturali”. Ecco allora che per addentrarsi nel mondo degli adolescenti lo psicologo clinico Mauro Giulietti ha affrontato una lettura junghiana degli anime. “L’analisi simbolica di tipo junghiano, solitamente associata ai sogni, permette di riconsiderare il valore contenutistico e comunicativo di questi cartoni- spiega Giulietti- permettendo di leggere significati che agiscono direttamente in profondità”.
Goldrake, uno dei cartoni più amati dalle generazioni dagli anni ’80 in poi, ma non solo. Quello di Giulietti è un vero e proprio excursus storico attraverso simboli, significati e tematiche affrontati in modo più o meno diretto dagli anime. “Una delle cose interessanti di questi cartoni- spiega lo psicologo- è la particolare attenzione riservata ai momenti emotivi vissuti dai personaggi, un’attenzione messa in evidenza allungando i tempi del momento dell’emozione”. Anche per questo è importante per gli psicologi che hanno a che fare con gli adolescenti “avvicinarsi al mondo dei cartoni dove si svolgono i contenuti emotivi dei ragazzi”, sottolinea Di Renzo.