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L’identikit del genitore moderno: cosa è cambiato durante la pandemia?

Pagnacco: "Padri e madri si trovano oggi a dover armonizzare ritmi di sviluppo interni, provenienti da epoche più 'lente', con pressioni ambientali decuplicate in termini di quantità, intensità e velocità"

“Già da diversi anni una delle domande più pressanti con cui la nostra società deve confrontarsi riguarda ‘l’identikit’ del genitore dei tempi moderni”, esordisce così Andrea Pagnacco, neuropsichiatra infantile e psicoanalista dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), in occasione della Giornata Mondiale dei genitori. “Padri e madri si trovano oggi a dover armonizzare ritmi di sviluppo interni – provenienti da epoche più ‘lente’, impregnate di nessi e passaggi transgenerazionali strutturati e percepiti come solidi – con pressioni ambientali decuplicate in termini di quantità, intensità e velocità, capaci di sfumare limiti e confini, trasformandosi in strutture difficili da decriptare e fare proprie”, prosegue lo psicoterapeuta. “Le criticità emerse durante l’emergenza sanitaria in tema di genitorialità”, afferma ancora Pagnacco, “hanno posto sotto i riflettori la complessità del ruolo e dell’essenza della funzione genitoriale in epoca contemporanea. Infatti, la pandemia, nella sua tragicità, ci sta fornendo paradossalmente l’occasione di rivedere le nostre idee sulla genitorialità. “Gli avvenimenti dell’ultimo anno e mezzo”, specifica lo psicoterapeuta, “ci hanno infatti permesso di vedere più chiaramente la profonda ambivalenza tra i limiti più rigidi generati dall’esterno e la totale perdita di riferimenti all’interno dell’individuo”. “Il tutto è stato ulteriormente amplificato dalla diffusione dello smartworking”, conclude Pagnacco, “con la relativa perdita di riferimenti orari e la confusione percepita a causa dei ruoli che si sovrappongono (genitore, coniuge, professionista) in un unico ‘spazio’ e dalle conseguenze educative e relazionali che ne sono emerse”.