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Interventi assistiti con gli animali, psicomotricista: Per stimolare i bambini serve un’équipe formata

A gennaio riparte la Scuola di specializzazione in Psicoterapia Psicodinamica dell’età evolutiva IdO-MITE

Il percorso degli interventi assistiti con gli animali (Iaa) è nato molti anni fa all’interno del progetto Tartaruga modello Derbbi per i disturbi dello spettro autistico, grazie a Magda Di Renzo, responsabile del Servizio terapie dell’Istituto di Ortofonologia (IdO). Attualmente tutti i bambini seguiti in terapia in Istituto possono avere la possibilità di fare questa esperienza. Gli Iaa prevedono la presenza di una équipe multidisciplinare specializzata formata sia da referenti di progetto, coadiutori dell’animale, sia da psicoterapeuti dell’età evolutiva. Proprio lo psicoterapeuta rappresenta un elemento transizionale fondamentale per stimolare il bambino su un piano corporeo, emotivo e relazionale attraverso esperienze ludiche , sensoriali e propriocettive, in un’ottica di condivisione piacevole. Lo psicoterapeuta, infatti, intercettando i bisogni del bambino va a stimolare e sostenere la relazione per aiutarlo nella strutturazione delle regole comunicative”. Parte da qui Simona D’Errico, logopedista psicomotricista IdO per spiegare perché sia importante che uno psicoterapeuta dell’età evolutiva conosca gli interventi assistiti con gli animali e dunque il valore di questo insegnamento all’interno della Scuola di specializzazione in Psicoterapia Psicodinamica dell’età evolutiva IdO-MITE.

Quello dell’IdO è un modello psicodinamico relazionale a mediazione corporea- continua D’Errico- e non potevamo che scegliere per i nostri interventi assistiti un animale particolare come l’asino che possiede caratteristiche morfologiche ed etologiche tali da renderlo particolarmente adatto a facilitare il contatto corporeo e a sostenere i processi di integrazione sensoriale in grado di migliorare lo stato di benessere fisico, sociale ed emotivo dei bambini”.

L’asino è un animale “che infonde sicurezza, stabilità e affidabilità- spiega la logopedista- è morbido al tatto e lento nel movimento, caratteristiche che lo rendono accogliente e che aiutano il bambino ad avvicinarsi senza paura e a fare esperienza di una relazione tranquilla, non richiestiva e significativa”.

In questo contesto lo psicoterapeuta dell’età evolutiva “deve avere ampia conoscenza delle tappe evolutive ed avere la capacità di sintonizzarsi sulle necessità del bambino- precisa D’Errico- per rivestire il ruolo di contenitore affettivo all’interno della dimensione significativa dell’incontro tra bambino e animale facilitando la relazione e favorendo la triangolazione tra operatore bambino animale per avviare la strutturazione di sequenze interattive attraverso la condivisione profonda di spazi e attività”.

Dunque léquipe e in particolare la figura dello psicoterapeuta “è necessaria per proporre attività di gruppo di tipo sensoriale, psicomotorio, grafo pittorico e simbolico incentrate sull’asino proprio per favorire la conoscenza con l’animale stesso e favorire gradualmente l’avvicinamento diretto all’asino attraverso attività di cura e gestione sempre nel rispetto dell’animale e delle individualità di ciascun bambino presente. Il contatto diretto con l’asino- evidenzia D’Errico- è imprescindibile e fondamentale per lavorare sugli aspetti della regolazione sensoriale relativamente al tatto e al contatto con il pelo, agli odori, ai colori e al cibo che viene offerto all’animale. Quest’area viene spesso affrontata con i bambini con disturbo dello spettro autistico proprio perché connessa alla frequente selettività alimentare riscontrata nei bambini con tale problematica. Abbiamo proprio un percorso specifico con gli animali per affrontare i disturbi alimentari con i nostri psicoterapeuti”, sottolinea la psicomotricista. “Il rilassamento dato dalla vicinanza e dal contatto con l’animale produce una modifica evidente e significativa sia in termini emotivi che rispetto alla tonicità corporea, correlato alla criticità del ciclo sonno-veglia e i livelli di ipo o iper attivazione”, sottolinea D’Errico.

I genitori “sono parte attiva del percorso e a loro viene chiesto di osservare i cambiamenti che quotidianamente questa esperienza determina per poter modulare e adattare al meglio il percorso e gli obiettivi per ogni singolo bambino”, conclude l’esperta IdO.

La Scuola di specializzazione in Psicoterapia Psicodinamica dell’età evolutiva IdO-MITE ripartirà a gennaio per il primo anno. La Scuola propone 2.000 ore di formazione, di cui 1.000 di insegnamenti teorico-pratici, 400 ore di formazione personale e clinica, 600 ore di tirocinio.

Al termine del quadriennio i corsisti, oltre a diventare psicoterapeuti, avranno anche conseguito tre patentini per l’uso professionale del Test di Wartegg, del Test sul Contagio Emotivo (TCE) e del Training Autogeno per gli adolescenti.

A questo link tutte le informazioni: http://www.fondazionemite.org/scuola-psicoterapia/