Partire dalla conoscenza delle linee di sviluppo è stato il monito del convegno, perché una diagnosi è completa solo se la valutazione clinica viene effettuata tenendo conto delle diverse fasi evolutive e nel rispetto della storia di ogni bambino. Con quest’obiettivo l’Istituto di Ortofonologia (IdO) ha promosso il XVI congresso nazionale su ‘Il processo diagnostico nell’infanzia. Cosa e come valutare clinicamente sintomi e comportamenti del bambino’.
Il convegno era rivolto a pediatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, psicoterapeuti, pedagogisti, logopedisti, psicomotricisti, insegnanti, educatori, assistenti sociali. Una tre giorni di studio che ha visto alternarsi eminenti relatori ed esperti nel campo dell’infanzia, provenienti da tutta Italia per valutare i bambini da una prospettiva più ampia: il focus è stato centrato sulla clinica e sulla traiettoria evolutiva. Dopo una panoramica sulle varie componenti dello sviluppo (venerdì 16 ottobre), si è passati all’analisi di quadri clinici e delle metodologie di osservazione dei bambini dai 0 ai 3 anni e dai 3 ai 6 anni (sabato 17 ottobre), per spostare infine l’attenzione sul ‘Mondo Scuola’ e la fascia d’età 6-10 anni (domenica 18 ottobre).
È stato offerto uno sguardo diverso sul mondo dell’infanzia, più rispettoso e più prudente perché i segni e i sintomi rappresentano solo una parte dell’ ”evidence based”.
“Limitare la valutazione a diagnosi meramente descrittive trascurando la dimensionalità della storia clinica, significa rischiare di catalogare erroneamente i bambini confondendo vulnerabilità e patologia. L’individuazione precoce non deve essere confusa con l’anticipazione della diagnosi ma deve aiutarci a individuare i bambini a rischio”.