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I tranquillanti e il loro impiego nella cura dell’ansia

Con il termine generico tranquillanti s’intende un gruppo di farmaci impiegati per il trattamento dell’ansia detti tranquillanti minori e farmaci impiegati per il trattamento delle psicosi detti tranquillanti maggiori; sia gli ansiolitici che gli antipsicotici insieme agli antidepressivi e agli stabilizzanti dell’umore fanno parte della categoria degli psicofarmaci.
Gli ansiolitici sono tra i farmaci più consumati al mondo dopo gli antidolorifici, le principali indicazioni terapeutiche sono per la riduzione dell’ansia, gli attacchi di panico, l’angoscia, la tensione nervosa e l’, insonnia.

La principale classe di ansiolitici sono le benzodiazepine, i nomi commerciali più comuni sono Xanax, Lexotan, Tavor, Valium, il loro meccanismo d’azione consiste nel legarsi al recettore dell’ acido γ-amminobutirrico, un neurotrasmettitore che ha la funzione di abbassare il livello di attività delle cellule nervose, potenziandone l’azione inibitoria.
Sono considerati farmaci relativamente sicuri con una buon impatto sui sintomi, ma come tutti i farmaci hanno anche degli effetti collaterali tra cui: sonnolenza elevata, rallentamento dei riflessi con effetti sulla guida di veicoli, confusione e disorientamento, spossatezza, ecc…
In generale questi effetti variano in base al tipo di farmaco, al dosaggio e ai tempi di assunzione.

L’uso degli ansiolitici dovrebbe essere di breve durata e sempre sotto prescrizione e monitoraggio medico; il loro compito è quello di ridurre ed inibire l’effetto ansioso ma non di rimuovere le cause sottostanti.
I farmaci antipsicotici vengono usati invece nel trattamento di varie forme di psicosi come la schizofrenia. Il meccanismo d’azione comune alla maggior parte dei farmaci di questa classe è il blocco degli effetti della dopamina, una sostanza che regola la comunicazione tra le cellule di varie aree del cervello; in linea generale hanno un effetto calmante e antiallucinatorio e stabilizzano l’umore.
A differenza degli ansioliti l’effetto sui sintomi non è immediato e la terapia deve essere fatta per periodi prolungati, sotto stretto controllo e monitoraggio del medico.
Tra gli effetti collaterali che dipendono dal tipo di farmaco usato, dal tempo di assunzione e dal dosaggio, vi sono: rigidità, tremori, agitazione, aumento di peso ecc…

Secondo un monitoraggio dellAIFA (agenzia italiana del farmaco) sul consumo di farmaci in Italia, nel 2020 durante la pandemia si è registrato un notevole aumento nel consumo di ansiolitici ed antipsicotici e degli psicofarmaci in generale. Questo aumento ha riguardato anche i minori, Antonella Costantino, presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia) spiega all’Ansa questi dati: “sono un indicatore che conferma come sui minori, pur meno colpiti in modo diretto dalla malattia, il Covid ha pesato dal punto di vista psicologico: con l’isolamento, il ritardo di diagnosi, la mancanza di interventi terapeutici già carenti prima della pandemia, la carenza di rete sociale, la mancanza di connessione con mezzi tecnologici o, al contrario un aumento della dipendenza da questi. È la conferma che i problemi ci sono e vanno affrontati.”

Sarebbe importante integrare l’uso degli psicofarmaci con interventi psicoterapeutici, per aiutare i pazienti a divenire attivi nel percorso di cura e non passivi grazie ai farmaci che riducono temporaneamente i sintomi ma non affrontano le cause sottostanti che li hanno determinati.

Lo sapevi che:

  • Negli anni 50 un gruppo di scienziati francesi aveva scoperto un nuovo farmaco: la Cloropromazina. Si accorsero che tranquillizzava i pazienti rendendoli meno agitati e deliranti, questa scoperta segnò l’inizio di un nuovo trattamento per la schizofrenia.
  • Può capitare che l’entusiasmo per l’efficacia sui sintomi porti alcune persone ad assumere le benzodiazepine per periodi prolungati ben aldilà delle indicazioni mediche, ciò crea il rischio di dipendenza e di tolleranza oltre al rischio di importanti effetti collaterali.
  • Esistono delle sostanze naturali a cui sono riconosciute proprietà calmanti e sedative tra cui la piante di biancospino, l’iperico, escolzia e le più conosciute melissa e valeriana. Non è necessario la ricetta per l’acquisto di queste erbe ma è sempre consigliato un preventivo consulto medico, andrebbero utilizzate per sintomi lievi e per breve durata avendo comunque dei possibili effetti collaterali.

Dubbi e domande:

Mario, 21 anni
Le canne peggiorano il mio stato d’ansia e gli attacchi di panico…
Ansia, 30 anni
Volevo sapere se la durata e la quantità delle mestruazioni può dipendere dall’assunzione di farmaci ansiolitici…


In questa scena del film “Maledetto il giorno che t’ho incontrato” i protagonisti fanno sfoggio dei propri farmaci, in particolare dei tranquillanti…