“Una delle cose particolarmente interessanti che abbiamo constatato attraverso i gruppi di sostegno alle famiglie con figli hikikomori è l’alto livello di potenziale intellettivo di questi ragazzi. Grazie al nostro progetto ‘Ritirati ma non troppo’ siamo riusciti a valutarne online alcuni e quelli che abbiamo incontrato sono risultati tutti plusdotati”. A dirlo è la responsabile del servizio Terapia dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), Magda Di Renzo, che da oltre un anno promuove un progetto gratuito per aiutare le famiglie dei ragazzi hikikomori ad acquisire maggiore consapevolezza e una comprensione più profonda del senso di una scelta così radicale.
Evidenziare che i ragazzi in ritiro sociale rientrino spesso nell’ambito della plusdotazione “è estremamente importante per capire fino in fondo il fenomeno- spiega Di Renzo- Si tratta, infatti, di ragazzi che proprio per il loro funzionamento intellettivo possono incontrare particolari difficoltà a interfacciarsi con gli altri. La non comprensione in ambito scolastico e sociale può determinare poi tutto il resto”. In realtà, la psicoterapeuta precisa che “tutte le persone con una dotazione intellettiva un po’ sopra la media ne sono in parte consapevoli e in parte inconsapevoli. C’è sempre in loro la paura di scoprire se si ha o meno una plusdotazione e il verificare che non dovesse essere così potrebbe generare grande delusione. Alla base nei ragazzi hikikomori c’è, quindi, una grande preoccupazione di non essere adeguati”, spiega Di Renzo.
Come si palesa questa intelligenza? “Ognuno manifesta diversamente il proprio talento- precisa la psicoterapeuta- alcuni hanno una particolare capacità grafica che si esprime nel disegno, altri hanno una particolarissima capacità narrativa e scrivono storie, altri ancora hanno una particolare capacità informatica”. Di Renzo racconta ad esempio che uno dei ragazzi partecipanti al progetto, in ritiro da 5 anni, è riuscito a trovare lavoro tramite internet e ad essere assunto da una grande azienda. “Nel momento in cui questi talenti vengono valorizzati sono possibili tante cose”, sottolinea la responsabile del servizio Terapie IdO.
Nel percorso è, però, fondamentale l’appoggio alle famiglie. “E’ indispensabile sostenerle perché sono le famiglie stesse degli hikikomori che diventano a loro volta ritirate sociali-spiega Di Renzo- Ad esempio ora che tutti parlano di vacanze, in questi nuclei non si prende proprio in considerazione l’argomento ‘estate’. Si tratta di famiglie che per il senso di inadeguatezza e vergogna che provano finiscono per non frequentare più nessuno. Tanti genitori ci dicono che non sanno più che dire all’esterno, non sanno più che fare e sperimentano loro stessi il fallimento. Il nostro progetto ci ha permesso di verificare che il sostegno alle famiglie apre delle strade per poter agganciare i loro ragazzi e provare ad aiutarli”, conclude Di Renzo.
A settembre l’IdO attiverà nuovi gruppi di sostegno, per informazioni è possibile consultare questo link https://www.ortofonologia.it/ritirati-ma-non-troppo-un-aiuto-per-le-famiglie-degli-hikikomori/ e per le iscrizioni è possibile scrivere a pmldoria@gmail.com.