fbpx
Aut.Decr.Reg.Lazio - Accreditato con il S.S.N (Servizio Sanitario Nazionale) - Associato F.O.A.I. (Federazione degli organismi per l’assistenza delle persone disabili)
UNI EN ISO 9001 EA 38

Ha difficoltà ad addormentarsi…

Cari esperti,
vi scrivo per avere un suggerimento in merito a mio figlio Francesco di 10 anni. È un bambino molto vivace, pieno di energia e interessi. Ha sempre bisogno di stimoli, perché quando si annoia diventa ingestibile. I mesi di quarantena li abbiamo vissuti tutti insieme a casa, tra alti e bassi. Ho notato che aveva difficoltà ad addormentarsi la sera, ma io e mio marito imputavamo la cosa al fatto che stando a casa si stancavano di meno, rispetto a quando invece andavano a scuola, sport, catechismo. Con l’arrivo delle vacanze ho iscritto Francesco al solito centro estivo ed ha ripreso ad allenarsi per il suo sport preferito, basket. In queste settimane, quindi, torna a casa è stanchissimo, ma la sera ha ancora difficoltà ad addormentarsi: ed è tornato a chiedermi di leggergli una storia (soprattutto una che preferiva da piccolo), inoltre se mi alzo dal letto prima che si sia completamente addormentato, apre gli occhi e mi chiede dove sto andando. Questa era una cosa che non faceva più da un bel po’ di tempo. Abbiamo notato inoltre che evita di stare solo ed anche di lasciare me o suo padre da solo in una stanza, come se fosse preoccupato che stando sola in stanza possa sentirmi triste. Come mai accade ciò? La sensazione mia e di mio marito è che questa sua reazione possa essere collegata alla preoccupazione che ha sentito in questi mesi rispetto alla diffusione del virus. È possibile? Possibile che continui ad essere preoccupato per la storia del coronavirus? Devo dire che anche noi nei mesi di quarantena abbiamo avuto paura, e ora stiamo riprendendo ad uscire ma sempre con mille accortezze e non poche paure. Forse gli abbiamo trasmesso senza volerlo le nostre preoccupazioni? Come possiamo aiutarlo? Nel resto della giornata sembra molto tranquillo. 
Vi ringrazio anticipatamente per la risposta, e per lo sfogo.

Marianna, 45 anni


Cara Marianna,
ti ringraziamo per la tua email, e per aver condiviso in questo spazio i tuoi dubbi. In questi mesi abbiamo raccolto molte storie di genitori preoccupati, per il loro bambini che sembravano mostrare piccole regressioni, tic o difficoltà a dormire.
Sono stati per tutti, sebbene in misura diversa, mesi difficili. La chiusura straordinaria di scuole e altro ha comportato uno stravolgimento nella vita quotidiana. I ritmi sono rallentati e talvolta le preoccupazioni possono essere state intense, era normale vivere emozioni molto altalenanti durante la stessa giornata. Anche i bambini, per quanto protetti da alcuni tipi di informazione, non sono immuni a questo stato di preoccupazione collettiva, per cui possono manifestare sul piano psicosomatico i propri disagi e i propri conflitti. Piccole regressioni possono essere dovute a dei meccanismi fisiologici che il bambino attua quando si trova in una situazione di stress ed è un modo che ha per comunicare ed esprimere la propria preoccupazione o l’ansia che percepisce attorno a sé.
Da quanto scrivi sembra che siate persone attente e sensibili ai cambiamenti emotivi vostri e di vostro figlio. Questa è una risorsa importante da sfruttare soprattutto in questo momento, in cui è fondamentale rimanere in contatto con tutte le proprie emozioni: esse sono il motore delle nostre azioni e qualsiasi comportamento genitoriale è efficace infatti solo se in sintonia anche col sentire profondo.
Tenete presente che la fase dell’addormentamento è molto delicata nella vita di un bambino, è quello in momento in cui bisogna lasciarsi andare al sonno, e i bambini possono lasciar emergere quei vissuti di preoccupazione che tengono sotto controllo durante la giornata.
Può essere utile quindi provare a rispecchiare le emozioni che sperimenta vostro figlio, ciò lo aiuterà a dargli un nome e ad esprimerle in modo sempre più maturo. È importante che vi senta emotivamente vicino, non minimizzate o liquidate le sue preoccupazioni con soluzioni esclusivamente pratiche. La rassicurante sensazione del calore della vicinanza emotiva può essere la risposta, e se si resta accanto emotivamente, si scoprirà che bambini sono maestri nel trovare risposte creative e piene di senso. Siamo sicuri che insieme troverete il modo per fronteggiare questa fase di insicurezza emotiva.

Speriamo di avervi dato degli spunti di riflessione utili, rimaniamo a vostra disposizione per ulteriori approfondimenti o per consulenze maggiormente specifiche anche attraverso video chiamate.
Un caro saluto!