Guzmán sovrintendeva le operazioni per mezzo delle quali la cocaina, la metanfetamina, marijuana e eroina venivano prodotte in massa, introdotte e distribuite negli Stati Uniti e in Europa, i posti dove venivano maggiormente consumate. Riuscì in questo usando per la prima volta celle di distribuzione e lunghi tunnel sotto i confini, che gli permisero di esportare negli Stati Uniti più droga di ogni altro trafficante della storia. La leadership di Guzmán gli portò una quantità immensa di potere e ricchezza; la Drug Enforcement Administration (DEA) stimò che eguagliava l’influenza e la ricchezza di Pablo Escobar.
El Chapo è una serie tv statunitense prodotta da Universal e Netflix e creata da Silvana Aguirre e Carlos Contreras. La serie ripercorre la storia vera di Joaquin Guzmàn Loera, El Chapo (Marco de la O).
L’inizio della sua carriera come signore della droga risale al 1985 anno in cui El Chapo, ancora solo un membro del cartello di Guadalajara, vuole diventare il numero uno e per raggiungere il suo obiettivo e dimostrare quanto vale al capo del cartello, Amado Carrillo Fuentes (Rodrigo Abed), decide di far costruire un tunnel sotterraneo capace di trasportare velocemente e in sicurezza la droga dal Messico agli Stati Uniti.
Deluso dalla mancanza di considerazione ricevuta, decide di incontrare il signore della droga colombiana Pablo Escobar per convincerlo a fornire direttamente la cocaina ai suoi uomini spodestando così Amado. Pablo Escobar accetta di trattare con lui alla condizione che riesca a dimostrare che può consegnare la merce in tempi più rapidi del suo collega-avversario. Durante questa consegna tutto non va come previsto: infatti El Chapo riceve una telefonata in cui gli viene comunicato che il padre sta morendo ed inoltre la polizia sequestra il carico di droga ancor prima che la stessa sia arrivata all’ingresso del tunnel, ma nulla può fermare la sete di potere del protagonista che riesce a portare a termine la consegna prima dei suoi avversari.
Guzmán fu catturato per la prima volta nel 1993 in Guatemala e fu estradato in Messico e condannato a venti anni in prigione per omicidio e traffico di droga. Nel 2001, corrompendo le guardie carcerarie, fuggì da una prigione federale di massima sicurezza. Fu arrestato in Messico nel 2014. Fuggì nel 2015 attraverso un tunnel sotto la sua cella. Le autorità messicane lo ricatturarono dopo una sparatoria nel 2016 e l’anno dopo lo estradarono negli Stati Uniti. Nel 2019, fu dichiarato colpevole di una serie di capi di accusa correlati alla sua leadership del Cartello di Sinaloa e sta attualmente scontando una condanna all’ergastolo nell’ADX Florence.
Lo sapevi che:
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Ho scoperto che mio figlio fuma marijuana…
Raffaele, 41 anni
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