“L’Istituto di Ortofonologia (IdO) approccia ai disturbi del linguaggio in maniera globale, ossia non consideriamo solo l’aspetto esclusivamente verbale. E’ una cosa per noi molto importante. Con gli psicologi che si formano come psicoterapeuti lavoriamo quindi ad affrontare il linguaggio in tutti i suoi aspetti considerando anche quello che viene prima del linguaggio vero e proprio. Ad esempio se pensiamo a bambini molto piccoli vediamo che si esprimono e comunicano con tantissimi altri strumenti come lo sguardo, il vocalizzo, il dialogo tonico e quindi l’espressività corporea non verbale”. Parte da qui Paola Vichi, psicoterpeuta e logopedista IdO per spiegare come la Scuola di specializzazione in Psicoterapia Psicodinamica dell’età evolutiva IdO-MITE formi i futuri psicoterapeuti a lavorare con bambini che presentano disturbi del linguaggio.
“Spesso uno psicologo o psicoterapeuta si può trovare a lavorare con situazioni molto gravi- continua Vichi- e nel proprio lavoro terapeutico deve essere formato, oltre che abituato, a utilizzare canali che non siano solo quello verbale”. Per questo la Scuola IdO-MITE prevede laboratori e specifiche attività di formazione che consentano ai futuri psicoterapeuti di sperimentare su loro stessi e “comprendere il disturbo del linguaggio come un disturbo complesso in cui si devono considerare tutti gli aspetti possibili della comunicazione”, sottolinea l’esperta IdO.
Dalla diagnosi alla terapia. “Lavoriamo con gli psicologi-psicoterapeuti anche alla formazione della parte valutativa- spiega ancora Vichi- quindi della capacità di osservare e valutare il disturbo del linguaggio imparando a distinguere quando si tratta di un disturbo vero e proprio e quando, invece, si è in una fase evolutiva in cui ci sono delle vulnerabilità che non sempre esitano in un disturbo”. Gli psicoterapeuti vengono formati anche “a collaborare con altre figure che spesso si trovano nelle équipe che lavorano sui bambini con disturbi del linguaggio come per esempio il logopedista, il neuropsicomotricista o gli altri operatori che si occupano del lavoro educativo con la famiglia”, conclude Vichi.