Cari esperti,
è davvero un sollievo per me aver trovato questo spazio in cui sfogarmi e soprattutto attraverso il quale potrò avere un parere.
Per farla in breve, credo di soffrire di disturbo bipolare. Da quel che mi ricordo mi sembra di aver avvertito i primi sintomi quando avevo circa 13 anni: primi pensieri negativi in cui non vedevo luce (non nego di aver pensato al suicidio nonostante la giovanissima età), alternati a giornate in cui tutto mi sembrava bello e mi sentivo invincibile soprattutto per quanto riguardava i rapporti interpersonali. Ho avuto un altro picco intorno ai 16 anni, ma il vero e proprio declino è iniziato nel 2009: il suicidio di una persona più o meno a me vicina mi ha del tutto destabilizzata. La morte, l’ansia, il panico, il "pessimismo cosmico" si sono impossessati completamente del mio modo di vedere, tanto che purtroppo mi tocca ammettere di aver pensato al suicidio più concretamente. La fase maniacale ha invece iniziato a manifestarsi più chiaramente con l’iscrizione all’università: mi iscrivevo a 10 esami per sessione, programmando intense giornate di studio e prevedendo grossi risultati.. per concludere il tutto dando massimo 2 esami, e passandoli per il rotto della cuffia. Mi succede anche adesso: credendo di essere forte e in grado di grandi imprese, programmo 7/8 esami ma la mia concentrazione ( e di conseguenza i risultati) è inversamente proporzionale al tempo che impiego per studiare. Vengo sempre distratta da tutti i problemi che mi creo, dai miei pensieri negativi sul mondo e sul genere umano.. sulla mia difficoltà a socializzare e il mio senso di inadeguatezza nella società: spesso e volentieri preferisco stare a casa piuttosto che vedere persone e stare in compagnia di gente sulla quale sfogare la mia irascibilità. Sfogo la mia ira (che è tanta e, spesso, infondata o provocata da un nonnulla) su me stessa mangiando la pelle sulle dita delle mie mani. Altre volte urlerei al mondo intero il mio bisogno di avere compagnia. Un altro pensiero che mi distrae è il mio sogno di diventare scrittrice: sogno di diventare una famosa scrittrice, ma non ho mai iniziato a scrivere nulla nonostante mi sia più volte cimentata nella ricerca di spunti per poter dare sfogo alla mia fantasia. Ed ecco quindi un mio difetto, direi che sia quasi scontato ormai: inizio centinaia di cose senza concluderne mezza. Anche adesso che sono ad un passo dalla laurea vorrei mollare la spugna, partire e non tornare mai più. Ultimamente mi è anche capitato di spendere centinaia di euro in trucchi e cosmetici che desideravo, ma non so se può rientrare in qualche modo nel disturbo che credo di avere.
Ed ovviamente il ricorrente pensiero del suicidio è fisso: a volte ho bisogno di pensare insistentemente alla morte per rendermi conto che in realtà voglio vivere, ed essere felice. Ma la vedo così difficile..
Ho parlato di recente con il mio ragazzo di questo problema, ma lui credo che non abbia capito.. sostiene che sia solo un periodo e che a tutti può capitare di avere dei periodi bui. Ma possibile che il mio periodo buio duri da quasi 10 anni? Mi dà fastidio definirmi "malata", ho il terrore di dover dipendere da farmaci se dovessi chiedere aiuto ad uno specialista.. mi fa quasi sentire come se avessi un handicap fisico. Ma d’altro canto sono stanca di avere pensieri cupi anche all’entrata di una discoteca; non ricordo nemmeno cosa voglia significhi vivere una vita normale.. anzi ormai sono quasi autoconvinta che sia questa la mia normalità. Non auguro a nessuno tutto questo…
Spero di essere stata chiara nella mia richiesta di aiuto e di ricevere al più presto una risposta.,
Cara Marika,
comprendiamo molto bene la condizione interna che hai provato e che provi tutt’ora, quello che racconti segnala una sofferenza molto profonda che per anni hai, molto coraggiosamente, portato da sola. La tua età è molto giovane e in questo periodo succede che i riferimenti di rapporti interpersonali significativi, la percezione di sé e la visione del mondo sono in balia di continue sollecitazioni e mutamenti, da qui ne può scaturire una ripercussione emotiva più o meno intensa e più o meno difficile da gestire. Sei stata molto brava a scriverci perché pensiamo che possa essere un primo passo per guardare al malessere da una prospettiva nuova, rintracciando nuovi percorsi, ma sopprattutto recuperando la possibilità di un affidamento vero all’altro. Da quello che scrivi hai sempre voluto fare tutto da sola, rinnovando e confermando di volta in volta l’idea di essere una persona forte, capace e indipendente, che non escludiamo essere vero, ma che potrebbe anche rappresentare il nucleo del problema. Pensiamo che sia arrivato il momento di percepire che non è necessario fare tutta questa fatica ma che anzi il “carico” di pensieri, di emozioni e ricordi tu puoi condividerlo e farne un uso diverso. Il malessere non è privo di senso, il malessere arriva per essere compreso e molto spesso la guida di un esperto diventa un’occasione straordinaria come momento prezioso di conoscenza di sé, per liberare quelle energie che sono momentaneamente bloccate. T’incoraggiamo pertanto a chiedere aiuto ad un esperto nella tua zona di residenza, ad un terapeuta professionista ed intraprendere un percorso che dia a te la possibilità di mettere ordine nel tuo mondo interno, di trovare quei significati che al momento sfuggono dandoti l’impressione di stare al buio.
Se vuoi tornarci a scrivere per dirci com’è andata, ti aspettiamo!
Un caro saluto!
,Marika, 21 anni,03-09-2013,Disagio emotivo e/o psicologico,disturbo bipolare