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Come hanno reagito alla pandemia bambini, adolescenti e genitori?

Elena Vanadia, neuropsichiatra IdO, riflette sulle conseguenze del lockdown

Elena Vanadia, neuropsichiatra infantile e responsabile medico del servizio di Diagnosi e Valutazione dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) riflette su come hanno reagito bambini e adolescenti alla pandemia: “Abbiamo suddiviso le risposte in tre grandi fasce d’età: prescolare, preadolescenza e adolescenza- spiega- Nei bambini in età prescolare sono emerse alterazioni nel sonno, nell’alimentazione e nella gestione del tempo e dello spazio. A soffrire di più, però, sono i genitori, chiamati a gestire allo stesso tempo il ruolo genitoriale e lavorativo in smart working”. La neuropsichiatra sottolinea come nel periodo del lockdown  siano “emerse non poche tensioni e i conflitti intra-familiari sono aumentati causando a volte alterazioni comportamentali ed emozionali nei bambini. I più piccoli tuttavia hanno dimostrato una grossa capacità di resilienza e adattamento, evidente nei sogni, nei giochi o in alcuni comportamenti apparentemente disfunzionali su cui è stato fondamentale aiutare i genitori a decodificare. In età scolare la maggiore difficoltà resta legata alla Dad, mentre in ambito psicologico l’ansia si è attestata come problematica comune all’età adolescenziale e preadolescenziale. Spesso somatizzata e a volta si è superficializzata in attacchi di panico. Non sono mancati casi di ‘isolamento nell’isolamento’ (la sindrome della capanna)- conclude Vanadia- o comportamenti disfunzionali a livello alimentare, le dismorfofobie e tratti depressivi”.