‘Che bello il cielo giallo e il sole blu’, è questo il titolo del prossimo Venerdì culturale promosso dalla Fondazione MITE in collaborazione con l’Istituto di Ortofonologia (IdO) e in programma il 22 ottobre a partire dalle 21. Al centro dell’incontro un excursus sull’esperienza di atelier espressivo-creativo con bambini dello spettro autistico e i loro genitori, presso il Centro Rio Bo. Nel corso della serata Magda Di Renzo, analista junghiana ARPA – IAAP, responsabile del Servizio di Terapia IdO, direttrice della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicodinamica dell’età evolutiva IdO-MITE, dialogherà con Paola Maria Pisan, neuropsichiatra infantile responsabile clinico del Centro Rio Bo e Maria Rosaria Savini, logopedista, conduttrice dell’ atelier terapeutico espressivo presso il Centro Rio Bo.
Rio Bo è un’équipe multiprofessionale che lavora all’interno dell’Ulss 6, distretto Alta Padovana. L’approccio clinico fondante dell’équipe, nata nel 2011, si basa sulla convinzione che la persona, bambino o adolescente autistico, sia un soggetto: è fondamentale rispettare le sue difficoltà e le soluzioni che cerca di apportarvi, così come le sue inclinazioni e le sue affinità; è a partire da esse che l’operatore potrà stabilire un rapporto di interesse, curiosità, fiducia per affiancarlo e sostenerlo nel suo crescere. L’intervento è centrato sul bambino per favorirne l’espressione libera, l’iniziativa e un senso di partecipazione alle proposte che gli vengono rivolte; i genitori vengono supportati a trovare e riscoprire le risorse del loro figlio non nell’urgenza e nella richiesta di prestazioni che spesso lui non può restituire, aiutandoli a ritrovare una capacità genitoriale che sentono vacillare.
In questo contesto è stato inserito l’intervento denominato atelier terapeutico comunicativo-espressivo che da anni Savini realizzava con i bambini afferenti alla sua sede distrettuale con fragilità di diverso tipo. “L’idea di utilizzare l’atelier in un contesto di cura dei bambini in età evolutiva è nata dalla conoscenza e confronto personale e professionale con i laboratori presenti all’interno della psichiatria dell’adulto, e dallo studio e approfondimento personale del closlieu di Arno Stern- spiegano gli organizzatori del Venerdì culturale- Tutto ciò le ha dato la spinta per dare vita in ambito riabilitativo terapeutico ai laboratori di pittura, evidenziando il valore della traccia di ogni soggetto e la sua possibilità di esprimerla e riconoscerla utilizzando colori e pennelli. L’atelier è diventato un laboratorio utile e positivo dove la scena psichica del bambino trovava un suo modo di esistere ed esplicitarsi senza bisogno di interpretazioni, favorita e garantita dai prerequisiti del setting. Essi riguardano in particolare il ruolo dell’adulto che per primo si pone come ‘servitore’, ‘attaccapuntine’ con capacità di sospensione di giudizio, di sapiente attesa e di occhi attenti e discreti. Nel tempo gli atelier hanno sempre di più rispecchiato le caratteristiche dei partecipanti non solo nella traccia, ma in qualunque attività ludico espressiva e con materiali i più vari”.
Nel 2010, quando l’atelier è stato dedicato all’équipe per lo spettro, è stato abitato non solo dai bambini ma anche dai loro genitori, fratelli, dai compagni di scuola e dagli insegnanti disponibili con progetti che rispettassero il loro mondo e la loro storia personale e familiare. “Nel lavoro con il genitore è importante riconoscerlo come il massimo esperto della relazione con il suo bambino, rafforzando con stile e delicatezza il valore unico di ogni singolo partecipante- spiega l’équipe del Centro- Solo così il bambino autistico è visto come risorsa e non solo come problema”.
La partecipazione al Venerdì culturale è libera collegandosi, dalle ore 20.50, al link meet.google.com/tww-bzjg-axv