fbpx
Aut.Decr.Reg.Lazio - Accreditato con il S.S.N (Servizio Sanitario Nazionale) - Associato F.O.A.I. (Federazione degli organismi per l’assistenza delle persone disabili)
UNI EN ISO 9001 EA 38

Perché la presenza dei miei amici diventa così “ansiogena” per me?…

Ultimamente avverto molta ansia in diverse situazioni. Non mi è mai capitato di avvertirla così forte, sento un nodo allo stomaco e la mia mente viene pervasa da pensieri assurdi. Son sempre andata oltre quello che gli altri potessero dire o pensare, tuttavia da ormai diversi mesi sono in un loop incredibile. Seppur cerchi di negarlo a me stessa e non volerlo accettare in nessun modo, la verità è che attualmente ho terribilmente ansia del parere altrui. Forse tutto è iniziato quando un giorno un ragazzo parlando con una mia amica ha iniziato a giudicarmi pesantemente, credo che abbia detto delle cose che mi hanno ferita, ferita nonostante tendenzialmente sia sempre stata una che va oltre ogni pregiudizio. Avevo già parlato di questo episodio rivolgendomi a voi tempo fa eppure forse non sono riuscita ad andare oltre come mi sarei aspettata. Forse quell’episodio mi ha condizionata talmente tanto al punto che ora temo di essere giudicata per qualunque cosa. Il ragazzo in questione è un ragazzo omosessuale, un ragazzo molto vivace, estroverso, da’ l’idea di essere un chiacchierone, lo dicono un po’ tutti nel piccolo paesino in cui vivo, eppure essendo di base una persona che va oltre ogni forma di pregiudizio ed essendo estremamente empatica le poche volte in cui l’ho visto ho sempre scambiato qualche chiacchiera. La cosa che mi ha spiazzata è come questa persona nonostante io sia andata oltre ad ogni forma di pregiudizio si sia permessa di inventare assurdità su di me, avrebbe detto che io avrei parlato malissimo di una mia amica, avrebbe aperto gli occhi a questa mia amica, mi avrebbe etichettata in ogni modo, ma ho ancora delle parole impresse nella mia mente “crede di essere chissà chi, se la tira, si sente una vip e poi in realtà è povera”. Non so nemmeno io perchè queste parole mi abbiano così tanto ferita, forse perché a volte do’ per scontato che gli altri si comportino come io farei..e il fatto che questo ragazzo non abbia fatto lo stesso con me forse mi ha spiazzata. Spesso è stato giudicato proprio per il suo essere omosessuale, cosa che io mai mi sarei sognata di fare. Non appartiene al mio modo di essere.  Da quel giorno è come se guardassi il mondo da altri occhi, non più dai miei, non mi sento la stessa. Ad esempio vivendo in un paesino molto piccolo ho notato che alcuni ragazzi sono molto coesi tra di loro, escono sempre in gruppo, vanno a ballare, si conoscono molto bene tra loro. Anch’io ho degli amici con cui esco, tuttavia nonostante io ami andare a ballare purtroppo non è un qualcosa che loro amano fare particolarmente, ci vanno solo una volta ogni tanto, per di più se sono io ad organizzare o proporre. Questo mi rattrista, mi fa sentire limitata, giudicata, vista diversamente. Ma soprattutto mi sento di uscire con persone che ultimamente vedo “lontane” da me. Nonostante io voglia loro davvero bene il fatto che preferiscano una serata tranquilla ad uscire, ballare, conoscere persone mi porta a pensare ancor di più di essere considerati come “gli sfigati del paese”. È una cosa che mai avrei pensato, eppure ultimamente mi pervadono pensieri come questo…anche il fatto stesso che un ragazzo che si è aggiunto recentemente al nostro “gruppo” è stato sempre un po’ deriso dalla gente del mio paese e nonostante il mio modo di essere mi porti ogni volta che son con lui a parlargli tranquillamente, metterlo a proprio agio e così via, tuttavia in quei momenti mi viene l’ansia perché penso al fatto che quei sicuramente gli altri ragazzi del paese, quelli “coesi” giudicheranno negativamente me e gli altri. Temo di essere vista come una sfigata, mi sento non all’altezza degli altri. Forse perché a i miei amici amano delle serate più tranquille?Prima non mi facevo questo tipo di problemi, ora invece sì. Cosa dovrei fare? A volte vorrei evitare semplicemente di uscirci con loro, dall’altro lato  invece non mi sembra giusto. Vorrei a volte che i miei amici avessero più iniziativa, più voglia di conoscere persone, anziché stare sempre nella  loro cerchia e negli stessi posti. Mi piace la loro compagnia, mi piace anche solo andare a mangiare una pizza con loro, ma mi rendo conto che fare questo ogni volta che ci si vede mi fa stare male. Mi crea disagio stare con loro ultimamente. Sto veramente bene solo quando riesco a convincerli a trascorrere un sabato diverso, andare a ballare, divertirsi semplicemente, andare ad una festa, niente di chissà eclatante. Non avendo un mio mezzo e non essendoci linee interne nel mio piccolo paese spostarsi da sola non è così semplice. Prima per lo meno c’erano due mie amiche che erano più vicine al mio modo di essere, anche loro avevano più spirito di iniziativa, ora sono fidanzate e da quando si son fidanzate sono sparite dal gruppo. Mi dispiace molto. I ragazzi del mio gruppo a volte è come se fossero “spenti”, spesso siamo noi ragazze ad essere più motivate..mi dispiace che nei fine settimana siamo sempre i soliti 5-6. Mi fa sentire inadeguata, giudicata, vista negativamente dagli altri ragazzi del paese. Ultimamente ho anche notato che il ragazzo da cui sono stata giudicata ha iniziato ad uscire con il gruppo “coeso” a cui facevo riferimento e questo mi fa pensare ancora di più che lui possa dire di me delle cose che mi dipingono diversa da ciò che sono realmente, penso di esser vista non solo come una sfigata, ma credo anche che lui possa dire di me delle cose che mi mettano in cattiva luce agli occhi di chiunque.  È normale avvertire ansia in questi casi? Sbaglio a pensare che i miei amici siano ora come ora “lontani” da me? Dovrei continuare ad uscirci? Come posso tornare ad essere più spontanea come un tempo? Essere giudicata sfigata dagli altri è un valido motivo per andare in ansia o invece, anche se così fosse, devo continuare a stare con chi mi pare e piace indipendentemente da ciò che gli altri possano pensare? A volte credo che vivere in un paesino piccolo come il mio sia un motivo in più per sentirsi giudicato, se fossi in un posto in cui so che nessuno mi conosce mi sarebbe più facile mettermi in gioco. Ad esempio l’idea di scambiare una parola con qualcuno che appartiene a quel gruppo coeso mi generebbe solo ansia perché è come se mi sentissi non alla loro altezza…come se fosse un gruppo già formato e io fossi un’estranea difficile da integrare o accettare.  Ora il punto non è entrare a far parte di quel gruppo coeso, ma invece ritrovare me stessa e indipendente da loro far valere me stessa, non ho nulla in meno agli altri. Tuttavia perché la presenza dei miei amici diventa così “ansiogena” per me delle volte?

Anonima


Cara Anonima,
nel tuo racconto ci sono domande che hanno in realtà già delle chiavi di risposta come quando dici che dovresti ritrovare te stessa, far valere te perchè non ha proprio nulla in meno degli altri. Questo è un importante punto di partenza. Le parole pronunciate da quel ragazzo ti hanno profondamente ferita, delusa, fatto capire che probabilmente non sempre c’è rispetto anche se tu ti impegni in prima persona. Ci sono amicizie false, legami opportunistici, persone che ci deludono o ci abbandono, persone che ci feriscono profondamente pur non accorgendosene. A volte capita che ci sono ragazzi che per potersi affermare screditino gli altri. Questo fa sì che si attivi una grande ansia perchè si fa sempre più fatica a fidarsi e affidarsi agli altri. E alle volte capita anche di perdere proprio la fiducia in se stessi, sentendosi, soli, non capiti, un pesce fuor d’acqua.
Talvolta accade che analizziamo ogni parola, azione cercando l’errore. Riflettere su stessi e su ciò che accade intorno è un passaggio importante ma non deve necessariamente essere un processo autogiudicante. 
Forse non sono le attività condivise con i tuoi amici a renderti ansiogena, ma è la paura di essere giudicata dagli altri, di essere etichettata dal “branco” come sbagliata? E’ davvero il non andare a ballare che può giustificare l’appellativo di sfigata?… Sicuramente l’adolescenza si fonda sul riconoscimento e l’accettazione dell’altro, se non sei dentro non sei nessuno. Però a volte il rischio è proprio quello di perdersi.
Allora una domanda più pertinente potrebbe essere ho bisogno io come persona di nuovi stimoli, di fare nuove esperienze?…
Diventa dunque una domanda che parte da te, dal tuo bisogno di crescere e arricchire le tue giornate, dall’ascolto dei tuoi bisogni e desideri. Altrimenti il rischio è quello di cadere nella trappola del giudizio, del dover ricercare in tutti i modi l’approvazione sociale perdendo di vista ciò che fa star bene te. Forse farete cose monotone ma è uno spazio in cui ti senti di poter essere liberamente te stessa. In ogni gruppo c’è un leader e forse tu con la tua energia sei quella che apporta nuove idee e che trascina il gruppo altrove,
Se il tuo bisogno è quello di fare anche altro perchè ti stimola, insegui qualche tuo interesse o hobby, questo ti porterà a conoscere nuove persone a condividere altre esperienze. Fai ciò che rende felice te e non seguire ciò che gli altri ritengono che si debba fare. Sicuramente è una strada faticosa non facile, ma potrebbe essere quella che a lungo andare rispecchia meglio te stessa.
Speriamo di averti offerto degli spunti di riflessione, torna a scriverci se ne sentissi il bisogno.
Un caro saluto!