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A marzo parte il nuovo corso IdO su ‘Autismo e approccio osteopatico nel modello DERBBI’

Un’idea nata da un’esperienza decennale. Di Renzo: L’osteopata è una figura ormai presente in tutti gli ospedali pediatrici

“I bambini con lo spettro autistico, al di là di tutte quelle che sono le sintomatologie che contraddistinguono e caratterizzano il disturbo, mostrano spesso dei segni fisici organici, o somatici disfunzionali, tipici dell’età pediatrica che non possono essere tralasciati perché una volta trattati possono anche dar luogo al miglioramento di alcune condizioni di salute”. Parte da qui Alessandro Laurenti, osteopata e membro dell’equipe multidisciplinare dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), per presentare la nuova proposta formativa (e informativa) dell’IdO ‘Autismo e approccio osteopatico nel modello DERBBI’. Il corso, che partirà a marzo, prevede una parte online, in programma sabato 19 e domenica 20, “in cui specialisti del settore come neuropsichiatri infantili e psicoterapeuti dell’età evolutiva, ciascuno per quella che è la propria specifica competenza all’interno di un’ equipe multidisciplinare di valutazione, spiegherà il mondo dell’autismo dal punto di vista clinico- continua Laurenti- e poi una parte pratica, in presenza (27,28,29 maggio), che coinvolgerà gli osteopati e tutti coloro i quali si occupano di terapia manuale nei confronti dei bambini con lo spettro autistico”. Questa seconda parte “avrà lo scopo di cercare di acquisire un metodo di approccio nei confronti dei disturbi somatici che presentano i bambini con disturbi del neurosviluppo. Perché- precisa l’osteopata- non tutti i bambini sono uguali e all’interno di questa grande categoria possiamo differenziarli per cercare di capire attraverso dei test manuali che tipologia di tecniche utilizzare con loro affinché il trattamento sia efficace”.

L’idea del corso nasce, infatti, dall’esperienza clinica più che decennale dell’IdO. “Sedici anni fa ho voluto la presenza dell’osteopata nella nostra equipe multidisciplinare perché è una figura che fornisce informazioni sulla sensorialità e su alcune dimensioni del movimento che complessificano ma poi rendono più adeguata la singola diagnosi”, spiega Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie IdO. Facendo un esempio “il bambino che per una plagiocefalia ha delle disfunzioni sensoriali può essere aiutato- continua la psicoterapeuta- ad alleviare la sua sintomatologia e questo consente poi un intervento terapeutico più efficace. Le manifestazioni comportamentali non appartengono, infatti, necessariamente tout court al Disturbo autistico ma possono coesistere insieme ad altre disfunzioni che devono essere prese in considerazione. Questo consente, inoltre, di differenziare, all’interno della grande categoria dei disturbi dello spettro autistico, quadri diagnostici differenti”.

La figura dell’osteopata è ormai presente in moltissimi ospedali pediatrici. “Oggi se ne è capita l’importanza- precisa Di Renzo- e ci sono numerosissime pubblicazioni scientifiche a livello internazionale che dimostrano l’importanza del suo apporto e di come sia uno dei tanti ‘pezzi’ che servono per fare diagnosi a misura di bambino”.

“All’interno dell’equipe multidisciplinare dell’IdO di cui faccio parte ormai da 16 anni ho avuto l’opportunità di valutare oltre 1000 bambini- sottolinea ancora Laurenti- e in tutti questi anni di valutazione ho potuto mettere a frutto una metodologia di approccio nei confronti del bambino con lo spettro autistico. Il principio dell’ intervento osteopatico non vuole essere chiaramente quello di curare l’autismo ma di aiutare il bambino per tutto ciò che concerne la disfunzione somatica, un campo di lavoro specifico dell’osteopatia pediatrica e dell’osteopatia in genere”. Ci sono, infatti dei disturbi somatici che ritornano nei bambini con spettro autistico. “Molti presentano disturbi gastrointestinali, reflusso gastroesofageo, asimmetrie muscolo-scheletriche, fattori fisici di lievi anomalie descritti in letteratura ma mai integrati all’interno della clinica- spiega Laurenti- per questo un altro degli obiettivi del corso IdO è quello di comprendere quando ci sono degli aspetti fisici di leggere anomalie che possono in qualche modo interferire con quelle che sono, per esempio, le prassie. Dunque- spiega l’osteopata- possiamo avere bambini con disturbi per quanto riguarda la rotazione della testa, bambini che girano su se stessi ma sempre dallo stesso lato, altri che hanno la testa inclinata sempre sullo stesso lato, senza considerare tutti quei bambini che hanno sofferto e che ancora piccoli soffrono spessissimo di otiti medie catarrali. Per questi bambini l’osteopatia è una di quelle discipline che integra la clinica pediatrica e si affianca al pediatra per offrire un potenziale di auto guarigione al corpo, non si sostituisce al percorso clinico ma vi si integra”. Dunque “quando intervenire, con che modalità integrare il trattamento osteopatico all’interno del percorso di cura per evitare la progressiva medicalizzazione del bambino e in quanto tempo aspettarsi una risposta da parte del paziente, sono obiettivi della proposta formativa”, dice Laurenti. All’interno di ogni bambino “ci sono dei potenziali nascosti messi a disposizione dell’organismo intero e che talvolta possono dare un miglioramento su alcuni aspetti tra i quali c’è, ad esempio, quello della disponibilità del bambino all’atto terapeutico”, spiega Laurenti. “Il trattamento osteopatico integrato con un percorso di cura adeguato mostra un miglioramento su alcuni aspetti della qualità della vita del bambino come, ad esempio, la sua più facile gestione all’interno della quotidianità, il miglioramento di alcuni aspetti comportamentali. L’obiettivo dell’intervento- precisa in conclusione l’esperto- non è fare un trattamento osteopatico sul comportamento del bambino ma è favorire lo stato di salute, sarà poi lo stesso organismo del bambino, infatti, a mettere in atto delle strategie di autocorrezione su altri sistemi di cui il comportamento è una parte. Ecco allora che una delle motivazioni di pensare di poter intervenire attraverso il corpo è diminuire o smussare alcuni di questi aspetti che coinvolgono la percezione interna dei bambini”.