Buongiorno.
in questa difficilissima situazione in cui ci troviamo tutti, io segnalo problemi personali ulteriori, purtroppo anche dovuti alla recente imposizione di una didattica a distanza.
Vivo da sola, e questo isolamento forzato e di durata indeterminata, mi provoca un sentimento di angoscia. Mi rendo conto però che, con il passare dei giorni, sto imparando a gestire questo tipo di malessere aiutata dallo yoga, dalle letture, dalla musica. Insomma, sul piano personale sto faticosamente trovando un minimo di equilibrio che mi consenta di non impazzire.
Purtroppo la situazione scolastica continua a farmi sprofondare nell’angoscia: io non amo la tecnologia, la subisco da sempre e il mio lavoro finora mi ha permesso di privilegiare il rapporto umano con i ragazzi attraverso l’utilizzazione di una didattica tradizionale, che a mio avviso funzionava bene.
Ora sono obbligata a fare i conti con una situazione del tutto nuova e imprevedibile. Non ho gli strumenti necessari, cerco aiuto in alcune colleghe che conosco meglio e che so essere disponibili. Piccoli passi li sto facendo, ma mi costano grandissima fatica. Ieri, dopo due settimane di somma confusione, ho capito che cosa posso fare con questi strumenti tecnologici e mi sono data l’obiettivo di imparare, se le colleghe mi aiutano, piccoli elementi di base con cui poter fare l’indispensabile in questo momento.
Mi sono resa conto che la paura della tecnologia è per me solo un aspetto della più grande paura che riguarda in generale il nuovo. Il nuovo mi terrorizza, mi paralizza da sempre. Ricordo bene l’angoscia di cominciare la tesi di laurea, dopo anni di esami orali. Poi, una volta riuscita a cominciare, ho scritto la tesi con piacere e ne ho avuto anche soddisfazione. Questo è solo uno dei tanti esempi che potrei fare per spiegare questa paura nell’affrontare situazioni nuove. Sento dunque di voler affrontare il tema nella sua interezza.
La ringrazio per l’attenzione e spero in una sua risposta.
Cordialmente
Alessandra
Cara Alessandra,
grazie per averci scritto e condiviso questo momento di difficoltà; ciò che ci descrive, rispetto alla didattica, è una situazione comune a molti dei suoi colleghi, abituati ad una scuola tradizionale nella quale il rapporto umano è un aspetto importante, ma, come del resto anche lei ci scrive, piano piano e con il supporto di colleghi più vicini la tecnologia fa meno paura e può diventare una risorsa importante.A quanto pare, questa emergenza, sta portando ciascuno di noi ad affrontare non solo la vita quotidiana, una nuova riorganizzazione lavorativa, ma anche un confronto diretto con i propri “demoni”che nel suo caso sembrano manifestarsi con la paura del nuovo. Ogni strada nuova che la vita ci mette di fronte la possiamo interpretare in due modi: come una sfida o come un ostacolo. Di certo in questi momenti ciò di cui abbiamo bisogno è il sentirci in grado e all’altezza di affrontare ciò che abbiamo davanti, attingendo alle nostre risorse e alle esperienze che ci hanno resi così come siamo. E’ sicuramente un discorso che va a toccare vari aspetti della personalità come l’autostima e la fiducia in sé stessi e non sarà di certo possibile darle una risposta esaustiva e soddisfacente in questa sede, ma crediamo che il solo fatto di aver compreso di essere arrivati alla necessità di “affrontare il tema nella sua interezza” è già un passo importante verso sé stessi e il cambiamento. Quando questa emergenza sarà finita, potrebbe essere consigliabile rivolgersi ad un professionista, uno psicoterapeuta, che la possa accompagnare in questo affascinante percorso di conoscenza e scoperta.
Speriamo di esserle stati di aiuto! Andrà tutto bene!
Un caro saluto!
L’equipe degli esperti