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La quantità di giorni chiusi in casa inizia a pesare, l’equilibrio a vacillare…

Buona sera, è passato solo poco più di un mese da quando vi ho scritto la prima volta anche se mi sembra trascorsa un’eternità. Durante questa mesata sono riuscita a vivere serenamente per la maggior parte del tempo e questo è stato possibile anche seguendo i consigli che mi avevate dato e che mi hanno aiutata a mantenere un certo equilibrio. Ora non so quale sia la causa precisa, molto probabilmente è solo il fatto che la quantità dei giorni chiusi in casa inizia a pesare, ma sono un po’ di giorni che questo equilibrio inizia a vacillare. Mi capita spesso di sentirmi nervosa, scostante,di vedermi particolarmente brutta e sentirmi triste, o di sentirmi triste e vedere tutto brutto e quindi anche me stessa inclusa, di piangere. La percezione di non esistere si fa sempre più forte dentro di me e sto facendo sempre di più i conti con il fatto che, nonostante ami molto la solitudine, ho bisogno anche del contatto umano. E’ vero che vivendo in questo millennio, grazie ai vari strumenti tecnologici, le distanze sono molto più accorciabili ma per me non è così semplice perché faccio molta fatica a rapportarmi con le persone in digitale. Viviamo in quest’epoca dove tutti sono bravissimi attraverso uno schermo, sembrano tutti bellissimi, tutti delle splendide persone che hanno il coraggio di parlare chiaramente agli amici o di farsene dei nuovi finché a separarci c’è un computer o un telefono. In questo momento penso che vorrei essere una persona brava a rapportarsi sia con gli amici che con gli sconosciuti in maniera digitale ma è una cosa un po’ lontana dal mio essere. Sono sempre stata più a mio agio con i fatti, con le semplici chiacchierate o le discussioni faccia a faccia, con gli approcci di persona e a sentirmi molto più bella (nel senso completo del termine) di persona, mentre ora mi sento totalmente isolata e nulla. Non sola, perché con i miei amici sono in contatto, ma isolata. Cordiali saluti

Giada


Cara Giada,
siamo contenti che sia riuscita a trovare un tuo equilibrio e che i tuoi sforzi abbiano creato in questa quarantena uno spazio sicuro e sereno.
La tua fatica è comprensibile, sono passati 50 giorni in questo isolamento e non è per nulla facile, il corpo e la mente hanno bisogno di un contatto esterno ed è veramente difficile riuscire a mantenere un equilibrio stabile.
Anche l’incertezza delle informazioni non aiutano ad individuare un traguardo finale che spinga a depennare i giorni e a conquistare qualcosa. Questo stato di confusione tende a minare le certezze e quella spinta vitale che ci fa mantenere una routine quanto più normale possibile. Ci colpiscono tanto le tue parole rispetto alla tua “percezione di non esistere”. Eppure da quello che ci scrivi, arriva tanto la laboriosità della tua anima che si interroga e cerca di vedere limiti e risorse. Probabilmente sei sempre stata una persona introversa, più timida e timorosa nei rapporti perchè ti magari ti sentivi non all’altezza del confronto. E tutti questi bisogni e interrogativi che ti poni sono dei semi preziosi che potranno costruire delle  nuove premesse relazionali. 
Noi abbiamo tanto riflettuto su come in realtà questa lockdown abbia evidenziato da un punto emotivo di come pur vivendo in un mondo tecnologico e iperconnesso, in realtà nascondeva profonde solitudini e difficoltà relazionali autentiche. Eravamo connessi con tutti eppure abbiamo raccolto tanti racconti di solitudine e chiusura. La freneticità con cui la quotidianità andava spesso non permetteva di dare un giusto valore ai vissuti emotivi e relazionalo. Se c’è una cosa positiva di questa quarantena è la possibilità di essersi fermati e di dialogare davvero con se stessi e capire in che direzione vogliamo veramente andare. Il viaggio che stai intraprendendo è quello più faticoso e difficile ma essenziale per poter creare basi solidi. La consapevolezza delle tue paure, delle tue vulnerabilità, delle tue bellezze e risorse ti permetteranno di creare nuovi modi di affrontare la quotidianità. E se la paura viene ascoltata e non prende il sopravvento, ti suggerirà anche le strategie per superare limiti che pensavi di non poter affrontare.
Vedere le persone in uno schermo è completamente diverso dalla stare in relazione, la direzionalità dello sguardo è direzionato spesso sulla telecamera e sembra distratto e non convergente su di te. E’ un modo di comunicare diverso, ma non è diverso la ricchezza e la tua essenza che apporti alla conversazione.
Speriamo di averti fornito degli spunti di riflessione interessanti.
Torna a scriverci…
Un caro saluto!