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Con i bambini vorrei affrontare l’argomento Coronavirus…

Buon pomeriggio!
Insegno nella scuola dell’ infanzia.
Vorrei affrontare con i bambini l’argomento coronavirus.
Come potrei affrontare la tematica? Grazie

Anonima


Gentile insegnante,
è molto bello l’impegno che tutti voi docenti state mettendo in campo per mantenere sempre vivo il rapporto con i bambini, nonostante tutti i cambiamenti e la distanza.
Questo immaginiamo richieda molta energia e non poca frustrazione, poiché far arrivare dei contenuti o semplicemente  l’affetto è davvero difficile attraverso uno schermo, soprattutto per chi lavora con la prima infanzia come lei.
Ci chiediamo come mai arrivi ora questa necessità, rispetto a prima, e come sta gestendo la relazione con i suoi piccoli alunni (video/audio messaggi, telefonate, video-chiamate). Le chiediamo questo perché, dopo un iniziale momento di disorientamento, molti suoi colleghi hanno iniziato da poco a strutturare modalità per incontrarsi virtualmente (videoconferenze, chat room, app ed altre creative soluzioni) e dunque stanno da non molto gestendo anche emotivamente le reazioni degli alunni. Visto che è passato del tempo dall’inizio della quarantena, probabilmente le famiglie avranno gestito in maniera autonoma la tematica del virus utilizzando differenti modalità (storie, disegni, giochi). Potrebbe confrontarsi con loro, anche per comprendere cosa è stato raccontato.
Tuttavia, in linea generale, quando i bambini sono molto piccoli (3 anni) è consigliabile non entrare troppo nel vivo delle spiegazioni ma piuttosto restare in ascolto di quello che proviene direttamente dalle loro fantasie.
Potrebbe essere utile chiedere ai più grandi di fare un disegno che rappresenti la loro famiglia in questi giorni di quarantena, in modo che possano emergere anche indirettamente emozioni o preoccupazioni (solitamente sono proprio i bambini a portare elementi attraverso l’espressione grafica) oppure di raccontare una cosa nuova fatta in questi giorni così “diversi”. Se poi sente che i bambini sono nella serenità di aprirsi, può anche chiedere se c’è qualcosa che a loro manca (ovviamente per i più grandi) o una cosa che li fa sentire tristi (più facile da comprendere per i piccoli).
Insomma, pensiamo che sia utile stare sulle emozioni e lasciare ormai le spiegazioni alle famiglie (cosa che come dicevamo probabilmente è già avvenuta).
In realtà, in questo periodo, sta emergendo maggiormente la criticità di separarsi nuovamente e questa volta dalle figure di riferimento. Molti genitori devono rientrare a lavoro e, non essendo attiva la scuola, molti bambini inizieranno a frequentare baby sitter o torneranno dai nonni.
Pensiamo che questa condizione possa riattivare delle paure o comunque generare una nuova ondata di disorientamento. Potrebbe essere utile lavorare su queste emozioni attraverso alcune storie che potrebbero essere legate alla perdita, alla paura della solitudine. Una tra queste è  “Il buco” di Anna Llenas. Questo libro, ci racconta che quando perdiamo qualcosa o qualcosa si spezza e vengono a mancare serenità e orientamento, dobbiamo cercare all’interno di noi stessi le risorse per ritrovare un equilibrio. 
Speriamo di averle fornito spunti di riflessione utili. 
Cordiali saluti