Salve,
sono una mamma di un ragazzo di 3 media, questa pandemia non gli ha permesso di vivere gli ultimi mesi e gli ultimi giorni di scuola. E’ sempre stato un ragazzo riservato e, nonostante, non lo abbia detto…con me non parla molto…credo di aver colto, unitamente al sollievo della fine della scuola, un velo di tristezza… io credo che a lui sia mancato un momento conclusivo del suo percorso scolastico…Io sono molto dispiaciuta per questo.C’è qualcosa che posso fare?
Cecilia
Cara Cecilia,
comprendiamo il suo dispiacere che accomuna molti genitori e studenti specialmente negli anni di passaggio dei diversi percorsi scolastici.
I ragazzi degli ultimi anni, a causa dell’emergenza, non hanno infatti potuto vivere in modo naturale la graduale separazione dai propri compagni ed elaborare in modo collettivo e condiviso la fine dei propri percorsi scolastici.
Ragazzi e famiglie si sono riadattati ad un tipo di didattica completamente diverso, hanno vissuto (e continuano a vivere) paure e timori legati al contagio, e hanno ristrutturato i propri tempi e spazi nella costante convivenza a casa dei primi mesi e ora nel graduale ritorno alla normalità e nella nuova fase di “convivenza con il virus”.
Anche i ragazzi hanno dovuto fare appello a risorse nuove e insospettate, e hanno avuto, spesso, poco spazio per contattare le emozioni legate a questa transizione.
Ci sembra importante ricordare che i ragazzi a questa età, spesso fanno difficoltà a condividere con i genitori alcuni vissuti, e a volte non ne hanno neppure la consapevolezza.
Parlare dei propri vissuti, senza insistere nel ricevere una risposta da parte loro, potrebbe essere una strada: i ragazzi messe alle strette tendono a chiudersi, ma possono apprezzare la condivisione di vissuti che gli fanno da specchio.
Esprimere che, in qualità di genitore, si sente dispiaciuta del fatto che non abbia potuto vivere momenti speciali dal vivo come gli ultimi giorni, o condividere con i compagni, fianco a fianco, l’ansia legata agli esami e l’abbraccio finale degli amici, può esser un modo per aiutarlo a fare contatto con i propri vissuti, legittimandolo a poterli provare e riconoscere.
Inoltre si può incoraggiare il ragazzo, qualora già non sia stato fatto, a creare un momento finale di saluto che equivalga all’ultimo giorno insieme, un momento in cui i ragazzi si possano riunire per scambiarsi racconti, emozioni, video creati insieme.
Questo momento potrebbe corrispondere anche ad un saluto tra genitori dal vivo, da non trascurare, in quanto anche i genitori sono stati privati del contatto tra loro.
La tristezza non va messa da parte ma va accolta e trasformata: essa è infatti l’emozione che ci aiuta a capire quanto sia stato per noi importante qualcosa, è l’ingrediente essenziale che ci permette di elaborare una fine per aprirci ad un nuovo inizio.
Quando i genitori sanno accoglierla e accettarla, senza per questo rimanerci impantanati, anche i figli impareranno ad elaborarla e a farne il miglior uso!
Sperando di esserle stati d’aiuto, rimaniamo a disposizione se avesse ancora bisogno.
Un caro saluto!