Non so più come gestire queste quarantene preventive, ora è toccato al mio secondo figlio, e io nuovamente sono bloccata a casa. Ho una grande paura di perdere il lavoro ma soprattutto mi rendo conto che sono molto stanca e nervosa e me la prendo con i miei figli che non c’entrano nulla in tutto questo. Dovrei forse prendere questo tempo per stare con loro, però i pensieri vanno oltre e fatico molto.
Elisa, 38 anni
Cara Elisa,
comprendiamo quanto possa essere difficile gestire le quarantene preventive e differite dei figli e al contempo esser presa dal proprio lavoro.
La paura di perdere il lavoro è un’ansia lecita, visto il momento instabile, di crisi sanitaria ed economica che stiamo attraversando. Non è sempre facile quindi riuscire a differenziare i diversi piani e i diversi ruoli che abbiamo e può succedere poi di crollare con chi è più vicino a noi.
Il periodo storico che stiamo vivendo e che ormai si protrae da molto tempo sembra avere risvegliato in molti paure, ansie o difficoltà che già soggiacevano latenti e ha messo molti di fronte a nuove problematiche e sfide da superare.
Però questa tua consapevolezza, riteniamo possa essere una grande risorsa. Differenziare le emozioni, cercare di interrompere questo corto circuito negativo potrebbe essere l’inizio di una riflessione. Percepire solo il dovere, la colpa la responsabilità a volte ci fanno perdere di vista il piacere e la lucidità. Forse potresti provare a ritagliare dei momenti della giornata in cui stacchi completamente la spina e ti immergi nel qui ed ora con i tuoi figli, condividendo ed ascoltando anche i loro stati d’animo, con la consapevolezza che probabilmente questi momenti intensi non ritorneranno. Prova anche a dedicare qualche momento della giornata a momenti di introspezione, per comprendere meglio cosa ti angoscia ma soprattutto fare qualcosa che ti fa sentire bene. E’ importante anche confrontarti con tuo marito e valutare insieme quale strategie condivise possiate attuare.
Se ne sentissi la necessità forse potresti provare a intraprendere un percorso di aiuto e di ascolto con la figura di un esperto come lo psicologo; talvolta sapere di non essere soli e sentirsi compresi nel profondo può essere il primo passo e aprire delle finestre di speranza e di luce verso il futuro.
Un caro saluto!