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Montecchi: L’abuso si manifesta come una patologia cronica

Il neuropsichiatra: affrontarlo in termini terapeutici non vuol dire giustificarlo

“L’abuso è una patologia cronica che si manifesta in diverse forme cliniche”. Parte da qui Francesco Montecchi, neuropsichiatra e presidente de ‘La cura del girasole’ Onlus, per confrontarsi sul tema con Magda Di Renzo, responsabile Servizio Terapie dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), e Andrea Pagnacco, neuropsichiatra infantile IdO, nel corso della seconda giornata precongressuale dell’Istituto.

“L’abuso va visto in termini clinici- spiega Montecchi- quindi come una patologia cronica in senso sia individuale che sociale, in quanto espressione della parte in ombra e più perversa della comunità. Bisogna cercare di lavorare sul mondo interno del bambino abusato- dice il neuropsichiatra- e se possibile nel recupero anche della famiglia”.

Lo psicoterapeuta “deve stare nel rapporto terapeutico e ascoltare il funzionamento emotivo del bambino, ma anche della famiglia che può essere abusante- spiega Montecchi, precisando che- questo non significa colludere con il comportamento abusante ma dare una possibilità ai genitori aberranti di avere un recupero del loro funzionamento”. Perché bisogna considerare “che gli abusi sull’infanzia si ritrovano come catena transgenerazionale- dice Montecchi- Quindi il genitore abusante è stato a sua volta un bambino abusato in una catena di violenza e abuso. Se noi prendiamo il genitore abusante anche in questi termini, perché non provare a fare un lavoro di recupero?”. Un lavoro clinico che “deve essere ben distinto dal lavoro di protezione sociale e giudiziario”, precisa Montecchi.

“Fin da quando esiste l’umanità i bambini sono sempre stati oggetto di abusi- dice il neuropsichiatra- perché sentiti dagli adulti come pericolosi, minacciosi. Basti pensare a Erode che uccide i maschi perché si sente minacciato nel suo regno. I miti parlano degli archetipi dell’umanità, ma- precisa il neuropsichiatra- anche se l’abuso è sempre esistito noi possiamo lavorare sul recupero emotivo del bambino abusato, non estirpare il fenomeno dell’abuso. Possiamo prevenire quando un bambino rischia di essere abusato e lavorare sulla riparazione delle esperienze di abuso subito, ma non illudiamoci di poterlo estirpare”, conclude.