“Si è persa la prospettiva dell’approccio psicomotorio, nato come un grande movimento che ha visto coinvolti personaggi di alta levatura, ma soprattutto di varie discipline. Un movimento che affonda le sue radici nell’integrazione della neurologia con la psicoanalisi, la psicologia dell’età evolutiva e la linguistica. E questo spessore rischia di essere perso nel momento in cui la psicomotricità viene vista come una tecnica e non come un approccio”. Così Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma, spiega perché’ oggi è così importante tracciare le traiettorie culturali della psicomotricità, aprendo la giornata di studio nella Capitale proprio su ‘La centralità dell’approccio psicomotorio nell’incontro con il bambino’.
La psicomotricità consiste in un approccio che mette insieme mente e corpo. Nel suo intervento Di Renzo fa riferimento “ad autori come Julian de Ajuriaguerra e Aleksandr Romanovic Lurija, che ha individuato le basi del funzionamento cerebrale che oggi le neuroscienze stanno convalidando. Ad autori di levatura come Vigtoskij, Bruner, Piaget, che hanno rivoluzionato la dimensione cognitiva, l’abbandono di teorie localizzazionistiche del funzionamento centrale a una visione invece dinamica sia del funzionamento neurologico, sia delle sue connessioni con gli aspetti psichici”.
Nel collettivo, però, “abbiamo assistito a un cambiamento di terminologia, da psicomotricista a neuropsicomotricista, che non si è determinata in un cambiamento di paradigma. Quella ‘neuro’- sottolinea poi la psicoterapeuta dell’età evolutiva- è stata aggiunta per ottenere il riconoscimento della figura, ma non c’era nulla da aggiungere a quello di cui già la psicomotricità era intrisa. Il problema- ripete la studiosa- è che, invece, i paradigmi sono cambiati dopo, e noi oggi dobbiamo essere molto attenti – sia psicomotricisti che neuropsicomotricisti – a non rinunciare a quella grande scommessa che grandi studiosi hanno messo in campo per integrare mente e corpo”.
Da sempre l’IdO in tutte le formazioni, dei logopedisti, degli psicomotricisti e degli insegnanti, ha “messo al centro l’approccio e la metodologia psicomotoria”, prosegue Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma. Lo stesso avviene “nella formazione degli attuali psicoterapeuti, in atto da 15 anni, perché’ creiamo degli operatori- conclude Di Renzo- che, poiché’ sono degli psicoterapeuti dell’età evolutiva, non possono non avere una capacità relazionale che si estrinsechi anche a livello di dialogo corporeo”.