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Da un pò mi sento non altezza di alcune persone o situazioni…

Salve,
da un po’ a questa parte mi sento non altezza di alcune persone, all’altezza in un alcune circostanze, ma soprattutto mi rendo conto di non sentirmi all’altezza davanti a cose nuove, a cambiamenti, anche ad esempio pensare di dover, una volta finita l’università, iniziare un nuovo lavoro, una situazione nuova per me mi crea ansia.  Procedo per punti. 1) Sono abituata a cercare di avere tutto sotto controllo e sapere di dover affrontare qualcosa di nuovo in cui non so cosa fare, non ho gli strumenti e dove sicuramente ci sarà qualcuno che è ad un livello più alto del mio, sa già cosa fare e io no mi fa sentire ancora più impacciata. In situazioni in cui sono anche solo leggermente a disagio mi viene in blocco, non so cosa dire. Di base invece in situazioni più facilmente gestibili e in cui sono più a mio agio sono molto estroversa, ho una bella parlantina. 2)Un’altra cosa che mi capita è ad esempio è quando sono in luoghi affollati non riuscire a guardare negli occhi le persone che sono in quel posto quando magari passo nelle folla, guardo intorno la superficialmente, come se guardassi senza realmente guardare, non so se ho reso l’idea. Non vedo nulla in quel momento, alzo solo la testa, ma senza concentrarmi su ciò che  sto guardando. Spesso infatti è anche successo di essere stata “ironicamente ripresa” da qualcuno che incontrandomi dopo tempo magari mi ha fatto notare di non averlo visto, nonostante gli fossi passata davanti per esempio. In realtà è solo che non me ne rendo conto, non guardo in maniere attenta, piuttosto cerco di concentrarmi su altro per non pensare alla tensione in quel momento, magari parlare col mio gruppo senza guardarmi intorno appunto. 3) Ultimamente mi sento spesso inferiore agli altri, penso che la gente possa vedermi come una disagiata, una sfigata, una che esce con persone che magari non hanno un certo tipo di reputazione o che magari sono molto conosciute (non mi è mai capitato prima d’ora di mettere in discussione anche gli amici con cui esco). Sicuramente molti dei miei amici sono persone tranquille, non amano andare in discoteca, ma piuttosto preferiscono restare negli stessi posti, in una zona di comfort diciamo. Ma non per questo non sono delle persone squisite, anzi. A me personalmente piace andare anche in discoteca, ma non saprei come andarci dal momento che nessuno di loro vorrebbe andarci, non è un posto che amano. Probabilmente anche questo tipo di dinamica mi porta a pensare che gli altri potrebbero pensare che io o i miei amici possiamo essere un po’ “disagiati”, che preferiamo uscire sempre tra di noi piuttosto che andare in nuovi posti per conoscere nuove persone. 4) Un’altra cosa che mi accade spesso è ad esempio declinare le richieste di uscita da parte di ragazzi che magari sono anche solo un po’ più grandi della mia età, probabilmente non mi sento alla loro altezza e penso che potrei avvertire una certa distanza. Come se io non avendo mai lavorato potrei essere ancora “cruda” in un certo senso. Come se mi sentissi ancora “immatura” in un certo senso. Probabilmente su questo influisce anche il mio essere mingherlina e non dimostrare l’età che realmente ho, molti pensano sia più piccola infatti. Questo disagio infatti lo avverto meno quando magari esco con un ragazzo della mia età o più piccolo, parto molto più tranquilla. Mi sento a disagio anche quando con me ci provano dei ragazzi 5 anni più piccoli di me perché convinti abbia la loro età, ma alla fine poi rivelo la mia età e restano tutti spiazzati perché mi dicono che ne dimostro molti meno.  Se un ragazzo più grande della mia etá mi chiede di uscire sui social probabilmente non accetterò mai perché temo che un conto è vedermi sui social un conto è vedermi dal vivo e rendersi conto che son diversa anche per via del mio essere mingherlina e senza forme.  Vorrei un minimo di consiglio su come affrontare ognuna delle situazioni che ho elencato se possibile…capisco che c’è un qualcosa alla base che va risolto, partire da me stessa, imparare ad essere me stessa, ma se solo riuscissi a sbloccarmi in qualcuna delle situazioni elencate sarebbe già un grande passo avanti per me. Grazie mille.

Stefania


Cara Stefania,
ci sembra che tu abbia chiaro il tuo punto di partenza, la grande difficoltà ad amare te stessa senza se e senza ma.
Dal tuo racconto ci colpisce molto il giudizio insindacabile che usi verso te stessa, in ogni occasione sembra ci sia sempre un motivo per sentirti fuori posto, per sentirti tu diversa e come più volte sottolinei non all’altezza.
Il controllo e la rigidità sono due alleati dell’ansia, pensiamo che gestendo da remoto ogni imprevisto possiamo sentirci pronti e non essere impreparati. Ed è così che poi davanti all’errore ci sentiamo persi, sbagliati, incapaci. 
Siamo in una società in cui bisogna essere smart, veloci, con la soluzione in tasca, efficienti e prestazionali. Una società che si basa sul perfezionismo e sulla competizione, sulla cultura dell’errore e della esclusione. Eppure l’errore è una parte fondamentale, senza quell’ostacolo, quella caduta, quella fermata non potremmo fermarci per cercare una strategia più efficace. Proprio come accade nelle ricerche scientifiche, dove a volte è proprio l’errore ad attivare nuove intuizioni. L’errore non è uno stigma ma può essere una opportunità se non ci si ferma necessariamente a giudicare.
La parola competere deriva dal latino e indica “andare insieme, convergere nello stesso punto”. Spesso ci si focalizza sulla classica di arrivo perdendo di vista il viaggio. Perchè sei così inferiore agli altri? Cosa ti manca davvero? Forse hai paura?…Ma la paura è una emozione primaria che ha la funzione di avvertirci che c’è un pericolo, e quindi allerta l’organismo ma non è di certo la misura delle nostra capacità a superare l’ostacolo.
La tua attenzione ci sembra che ricada sempre su una scala svalutativa di te, come se non potessi avere delle risorse che possano aiutarti a trovare strategie più funzionali. Nessun consiglio potrà essere utile se non parti proprio da te stessa, dalla possibilità di amarti e rispettarti, dalla possibilità di regalarti un pò di fiducia.
La paura che gli altri ti etichettino potrebbe essere legata dalla difficoltà che tu hai a prenderti un tuo spazio?…
Spesso ci focalizziamo sugli altri e sul loro atteggiamento ma anche noi contribuiamo a quel circolo di aspettative.
Forse potrebbe esserti di aiuto confrontarti con uno psicologo, avere uno spazio neutro dove raccontarsi in assenza di alcun giudizio potrebbe essere un modo per vedere risorse e strategie differenti.
Spesso all’Università ci sono anche degli sportelli di ascolto. 
Facci sapere cosa ne pensi degli spunti di riflessione e torna a scriverci se avessi altri dubbi.
Un caro saluto!