Buonasera. Vi scrivo perché ho un urgente bisogno di aiuto, perche sto affrontando da sola un brutto momento e mi sento persa nei miei mille pensieri negativi. Inizio col dire che sono una studentessa al terzo anno di scienze dell’educazione, ormai fuori corso. Mi fa male solo a dirle queste parole, eppure è così. Purtroppo, a causa della mia situazione famigliare (della quale spesso vi ho scritto), ho passato dei momenti molto duri. Il covid poi non ha aiutato, rendendomi molto insicura e ansiosa come non lo sono mai stata. Presa da mille momenti no, da paranoie e da insicurezze riguardo il mio percorso di studi, ho fatto molta fatica a concentrarmi, il che mi ha portata a rinunciare ad affrontare alcuni esami negli ultimi appelli. Per la vergogna, e per non scaricare tutti i miei problemi sui miei genitori e sul mio ragazzo, ho pensato bene di fingere che tutto stesse andando bene, che mi mancasse poco per laurearmi. Non vi sto nemmeno a dire quanto ho sofferto per questa cosa: pensate che un giorno, per non dire a mia mamma che non sarei riuscita a dare un esame e per non farla soffrire, sono partita da casa in macchina alle 5 di mattina e sono stata in un parcheggio della mia città per diverse ore, per poi tornare a casa e dire una bugia, ovvero che l’esame fosse andato benissimo. Da luglio dell’anno scorso non faccio altro che fingere. Mi mancano 3 esami per laurearmi, quindi nemmeno tantissimi, eppure i miei sono convinti che io debba solo scrivere la tesi. Preciso che loro non mi hanno mai controllata nei miei studi: non sono rigidi o pretenziosi. Però, essendo un po’ “vecchio stampo”, pensano all’università come al liceo. Non hanno mai capito bene le dinamiche dell’Università, e questo li ha spesso portati a giudicarmi perche magari rifiutavo un voto, o rinunciavo direttamente a dare un esame. In più non ho mai detto loro che da un anno ho dei dubbi riguardo al mio futuro: ho svolto un tirocinio in un asilo nido, eppure mi sono sentita sempre estranea in quel posto. Quindi spesso mi ritrovo a chiedermi se invece, una volta laureata, io debba provare a cercare lavoro in un ambito totalmente diverso da quello dell’educazione. E qui arriviamo al punto più critico, che mi ha spinto a scrivervi: in queste ultime settimane, sto preparando due esami che devo dare a febbraio. A settembre, mia mamma, che non fa altro che pressarmi perché io cerchi un lavoro, (cosa che mi fa andare fuori di testa perché io odio che le persone mi dicano cosa devo fare!) mi ha quasi costretta a mandare una domanda MAD alle scuole del mio paese, per poter essere chiamata per qualche supplenza, su consiglio di una sua amica. Un po’ controvoglia, ho accettato. Per un po’ di mesi non ho mai ricevuto una chiamata, fino a settimana scorsa, quando mia mamma, a mia insaputa, è andata a chiedere a quella sua amica (segretaria nelle scuole) di controllare la mia domanda. Il giorno dopo mi hanno chiamato per una supplenza alle elementari. Ecco, io sono entrata in un vortice di ansie e paranoie enorme! Prima di tutto perché è successo tutto in fretta, e sopratutto senza che io fossi convinta al 100%. Inoltre, io sto facendo i colloqui per svolgere il servizio civile, quindi nella mia testa ho già un impegno. E per finire, io sto studiando per fare l’educatrice, di fare la maestra non me ne può proprio fregare, perché so già che non sono portata per niente, e che, a causa di orribili esperienze del passato, è un ambiente che odio con tutto il cuore. E questo odio dentro di me è aumentato oggi, quando mi sono presentata in segreteria per iniziare una supplenza di due settimane: mi hanno accolta malissimo, mi hanno trattata come una ragazzina di 12 anni quando io ne ho 26! Non mi hanno dato alcun tipo di informazione, su che cosa dovrò fare, sullo stipendio, sui documenti che ho firmato, e che non mi hanno nemmeno fatto finire di leggere! In più mi hanno mentito, perché alla telefonata avrei dovuto fare un part-time, solo la mattina, di 4 ore, mentre ora mi ritrovo a dover fare quasi tutti i giorni i pomeriggi! Sono rimasta delusissima e piena di rabbia. In più, ed è questo che mi fa stare ancora più male, tutto è iniziato nel periodo più sbagliato della mia vita, nel quale mi sento profondamente instabile e fragile a livello mentale : sto mentendo ai miei riguardo la mia università, con il mio ragazzo sto affrontando un periodo molto difficile riguardo la sospensione dell’anticoncenzionale e alle mie ansie per una probabile gravidanza (anche di questo vi avevo parlato qualche anno fa, perché ho proprio vissuto un trauma a riguardo con il mio ex), ed il mio umore è costantemente cupo, nervoso, rabbioso. La situazione in casa con mia sorella non sembra migliorare, e anzi ora che dovrei andare in una scuola, ha il doppio terrore del covid e dell’igiene. Insomma, tutto mi porta a pensare di rinunciare subito a questo incarico, non so come, ma è così. Mi sono sentita delusa dal comportamento di mia mamma, che non ha rispettato le mie scelte e i miei impegni e si è intromessa nelle mie cose. Io mi conosco, e so benissimo che non riuscirei mai ad organizzare il mio tempo per studiare, per fare due cose contemporaneamente. Cosa dovrei fare? Io credo di essere entrata in depressione… Perché è da un anno a questa parte che tengo tutto dentro, che fingo di essere forte, di sorridere, che cerco in tutti i modi di far stare bene le persone che mi circondano, eppure dentro soffro tantissimo. Nessuno sa niente di me, di quello che penso davvero. Dei miei sogni, delle mie paure. Mi sento sbagliata per determinate scelte che ho fatto. Sono insicura nei confronti del mio ragazzo, verso il quale non so più cosa provo, se amore o semplicemente affetto. Vorrei lavorare ed essere indipendente, ma ho paura di dire ai miei che voglio provare qualsiasi campo, non solo quello dell’eduazione (per es cercavano una cameriera in una bella pasticceria vicino casa, ma non ho osato mandare il curriculum). Spesso mi ritrovo a pensare di scappare, ma letteralmente, di prendere un treno e di dormire in qualche posto cosi, a caso. E purtroppo, penso spesso anche di volermi fare del male, perché ultimamente non capisco nemmeno più i miei sentimenti e le mie emozioni, e anzi mi sembra di non sentire più nulla. A volte reagisco con una rabbia che mi fa paura. A volte invece vorrei piangere e non mi esce una lacrima. Per questo dico che non mi sento pronta per affrontare un percorso del genere, anche se di poche settimane. Perché è proprio il periodo più sbagliato per me.
C.
Cara C.,
nel leggere le tue parole ci arriva tutto il tuo dolore, la paura di andare in pezzi e il peso di sentirti sempre più estranea a te stessa. Hai indossato una maschera che forse poteva e doveva proteggere gli altri o te stessa ma ad un tratto ti sei accorta che hai smesso di sentire veramente quali fossero i tuoi bisogni.
Si può essere grandi rocce ma allo stesso tempo avere delle fragilità importanti. E si hanno tutti i diritti e anche i doveri di dover chiedere aiuto, senza per questo deludere gli altri.
Non sappiamo quale sia la scelta giusta per te, o come sarà il tuo futuro, ma vi è una certezza che hai bisogno di fermarti e mettere un pò di ordine dentro di te. Il tuo grido è chiaro e devi ripartire da quello, mettendo per una volta te al centro di tutto.
Hai bisogno di uno spazio neutro in cui raccontarti e riappropriarti delle tue verità. Non devi colpevolizzarti per le tue bugie, devi ascoltarle. Sei una ragazza piena di risorse, lo hai dimostrato in tutte le tue richieste, nelle tue riflessioni, nel tuo metterti sempre in discussione.
Potresti rivolgerti ad uno Psicologo con il quale affrontare questo momento di grande criticità. Durante la pandemia sono nati diversi progetti online, ma ci sono anche diversi psicologi che applicano tariffe sociali. Se hai bisogno di un aiuto possiamo anche aiutarti a capire come muoverti sul tuo territorio.
Torna a scriverci quando vuoi. Coraggio!
Un caro saluto!