Buongiorno sono Mauro il padre di un ragazzo di 15 anni che fa uso di canne. Nella nostra famiglia ammetto c’è stata sempre molta tolleranza rispetto all’uso di sostanze quali alcol e nicotina, abbiamo sempre parlato con i nostri figli dei rischi legati al loro uso ma siamo stati sempre piuttosto aperti, anche per esperienze personali al loro uso. Ammetto che anche io da ragazzo ho usato cannabis e altre sostanze, poi ad un certo punto crescendo con gli impegni prima universitari poi di lavoro ecc. ho smesso per così dire di farmi le canne. Ora però mi trovo a dover gestire questa cosa con mio figlio. Onestamente non so come muovermi, nel senso che temo che lasciargli troppa libertà possa farlo scivolare in problemi futuri, ma oppormi e proibirlo in tutti i modi mi chiedo a cosa porterebbe se non a nascondersi e non fidarsi più di me. Sono un po’ preoccupato, avrei bisogno di un consiglio se potete. Grazie
Mauro
Caro Mauro,
la ringraziamo per la sua domanda che stimola delle riflessioni molto importanti da condividere. Sicuramente l’uso della cannabis tra i giovani è un fenomeno molto diffuso e per questo un problema che numerosi genitori come lei si trovano a dover affrontare. Per i giovani è molto comune la ricerca di nuove esperienze e nuove stimolazioni, inoltre l’appartenenza ad un gruppo e la condivisione con le norme e le abitudini del gruppo sono dei motivatori molto forti che spingono a provare delle sostanze piuttosto che altre. A volte questa sperimentazione, come anche lei ci racconta, si esaurisce da sola quando subentrano nuovi stimoli più rilevanti (studio, relazioni, lavoro, ecc.), altre volte l’uso di sostanze può subire un’escalation e diventare più frequente fino ad instaurarsi un vero e proprio comportamento dipendente. Questo non si può sapere a priori.
È quindi molto importante mettere in guardia i ragazzi sui reali pericoli dell’uso di alcune sostanze e sull’abitudine alle stesse. Probabilmente un’eccessiva tolleranza può non essere abbastanza contenitiva, a volte per i ragazzi abbattere qualche limite imposto dalla famiglia è un compito evolutivo che aiuta a sperimentare la propria identità e la capacità di separarsi, se questi limiti non ci fossero, inconsciamente i ragazzi potrebbero alzare il tiro. Lo scontro sano, il conflitto evolutivo sono necessari all’adolescente, un’apertura totale verso tutte le loro richieste può non essere d’aiuto nella costruzione della loro identità. Siamo d’accordo con lei che il proibizionismo può essere altrettanto inutile, ma è importante che i ragazzi abbiano dei limiti. Forse la posizione migliore da mantenere è quella della fermezza, essere molto chiari con loro rispetto alla vostra preoccupazione sull’uso di certe sostanze, anche alcol e nicotina comportano forti rischi, quindi è importante che i genitori siano consapevoli e informati e che poi sappiano comunicare con i propri figli, senza giudicarli, ma esprimendo chiaramente il proprio punto di vista. Se per lei il fatto che suo figlio si fa qualche canna non desta eccessiva preoccupazione, forse non potrà nemmeno fingere con lui, ma se sente dentro di sé che è
una cosa che non ritiene opportuna sarà meglio dirglielo, parlarne apertamente, senza creare argomenti tabu. Crediamo che possa essere anche importante conoscere il contesto sociale in cui i figli sono inseriti, chi sono i loro amici, che abitudini hanno, quali sono i rischi in cui possono incorrere? Inoltre, anche proporre al ragazzo esperienze
alternative, momenti di condivisione in famiglia, coinvolgerlo nello sport, stimolarlo in interessi sani e costruttivi può essere un modo per tenerlo in qualche modo protetto dal fare esperienze che potrebbero danneggiarlo profondamente. Speriamo di averle dato qualche elemento su cui riflettere. Torni a scriverci quando vuole.
Un caro saluto!