Roma, 30 aprile – “La quarantena sta capovolgendo il mondo. Finalmente in tanti stanno prendendo coscienza dell’importanza della scuola, della relazione, dell’affettività e dell’emozione nella terapia con i bambini con sindrome dello spettro autistico”. Con queste parole Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), apre una riflessione sull’autismo nell’ultimo giorno del mese dedicato alla consapevolezza sulla sindrome.”Tanti esperti sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico fino a poco tempo fa davano in modo rigido regole di comportamento valide per tutti – genitori e operatori – e chi ne subiva le conseguenze erano i bambini. Ora finalmente, forse grazie a questa quarantena, le persone stanno modificando il loro pensiero- aggiunge Castelbianco- e chi ne va a guadagnare sono i bambini. Di questo ne sono felice, nonostante gli scontri che abbia avuto con tanti e che onestamente, da un po’ di tempo, comincio a non sentire più come prima”.
La quarantena, quindi, ha portato con sé non solo tante difficoltà, ha aperto anche numerose riflessioni. Ad esempio ci si è cominciati a chiedere “cosa significhi la scuola per tutti i bambini, e per quei bambini che hanno delle difficoltà. Finalmente si è dato più valore al comparto scuola- sottolinea lo psicoterapeuta- che rappresenta un valore enorme, a cui a volte non è stata data la giusta rilevanza. Ora tutti se ne sono resi conto. Adesso si sta riscoprendo anche che nei bambini autistici non c’è solo l’addestramento- fa presente il direttore dell’IdO- ma l’emozione, la capacità di imparare, di partecipare e di relazionarsi. È importante non solo l’intervento precoce, ma il capire quale intervento? Quello basato sulla relazione e non sull’ordinare di fare una cosa o di rispondere a un segnale”, conclude Castelbianco.